giovedì 17 aprile 2014

Io amo gli animali?

Gli animali e la natura mi piacciono molto. Mi sento pienamente parte della natura. So bene che se uno squalo mi trova nuotando al suo fianco mi morde, cosi come farebbe una tigre, un leone un ghepardo nella savana. Non sono assolutamente d'accordo con nessuna forma di sfruttamento degli animali. Le galline, le mucche, i maiali, i pesci, ma in generale tutti gli esseri viventi hanno tutti bisogno di spazio, di mangiare alimenti naturali e di vivere una vita degna, nel rispetto prima di tutto della natura (bene di tutti) e non degli interessi economici. Detto ciò', come parte integrante della natura, come animale di specie uomo e quindi onnivoro, non posso, non voglio e non devo rinunciare a mangiare carne o usare la natura a mio vantaggio. Questo è qualcosa che va' ben oltre le nuove tendenze vegane o vegetariane, il falso moralismo di chi si dispiace per il maialetto mangiato pero indossa scarpe in pelle, o di chi si bacia con cani e gatti. Rispettare la natura e amare gli animali non è questo. Al momento ci troviamo davanti a un’ignoranza e chiusura culturale senza precedenti. Specie perché fino a poco tempo fa’ questi fatti non si potevano portare a conoscenza di tutti. Quando dico ignoranza intendo:  l'ignoranza di chi si lamenta per il cinese che mangia i cani pero mangia altri animali, di chi si dispiace per i pulcini morti nelle fabbriche ma getta le ciche per strada, di chi considera un cavallo tutta la sua vita e considera chi mangia la carne un criminale. E' inutile che cerchiamo di trovarci d’accordo, é inutile cercare di spiegarci e giustificarci gli uni con gli altri, e  ancor meno utile cercare di incolparci. Quello che non riusciamo a capire del comportamento degli uni e degli altri è dovuto ad una distanza culturale, a diversi valori che diamo alle cose che ci circondano, tale per cui non riusciamo a capirci gli uni con gli altri. Le frasi più comuni dei giorni nostri: Ma come fanno i gay? Ma come fanno a mangiare l’hamburger!? Ma come fanno a gettare cosi tante bottiglie di plastica in mare?  Da Sardo, orgoglioso di una tradizione antica, e di cosi tante delizie culinarie ma anche di una certa ritualità e di uno specifico atteggiamento nei confronti degli animali e delle bestie, non considero nessun pastore o allevatore o anche cacciatore migliore o peggiore di chiunque altra persona. So’ soltanto che ci sono persone, e che la maggior parte di queste sanno che, la loro vita è estremamente legata alla natura, e quindi questa merita rispetto. I maialetti, gli agnelli non soffrono. Loro son parte del ciclo naturale di cui noi siamo parte.  Questo lo posso dire con tutta serenità perché non ho mai visto un pastore far soffrire una bestia, mentre si vedono tutti i giorni, bambini, soffrire e morire  per colpa di gente in giacca e cravatta.  Quindi a chi pensa di fare moralismo, per il capretto, il maialetto e o anche le galline voglio chiedere: come rispetti la natura nel suo complesso? Puoi realmente dire di essere uno che vive a pieno nell’equilibro naturale, o pensi che la soluzione sarebbe che noi uomini ci tagliassimo fuori? Prima di rispondere, pensa: se’ ti tagli fuori non ti stai forse considerando al di sopra?

mercoledì 2 aprile 2014

MBA or not to MBA?

Dear Master Student


Choosing a Master is not easy.  I remember when I was counting how much money I would need to afford my studies and also live close enough to the school. The option were many and as soon as the Internet research started, I was bombard with offers and interested schools from all over the world, promising me the best preparation  and the best connections for a future job. USA, UK, Benelux, Ireland, every country was a brand new experience and gave me the same further qualification, necessary for a big step up and success in work. My idea was that my experience was good enough to access senior management position, however I was not qualified for it, a master would have open the door to management, to power, to more responsibility and especially to big money.  The MBA is a must, no other title can qualify you like the MBA! Better if you do it in a famous school, more you pay, more you will succeed! …they said.  When EAE contacted me with this Master in International Business, I wasn’t  very happy with this different title, however subjects and Professors seems qualified, more over this would have been a good chance of staying in a City I really liked, and live again in a warm and sunny country. I have never done things like the average, why start now? for me different is good, so, EAE here I am. My idea was that as soon as the master was completed I would have gained a brand new outlook on the Multinationals environments, and capability to grow quickly in a management position, and obviously gain more money and freedom. If you are approaching a master with the same idea, I am very sorry to say that’s not quite what you get. Right now I have more or less the same job I had before the master although I gain slightly more money, and I still haven’t got a chance to prove my capabilities as responsible manager. Bad choice? I don’t think so. If it wasn’t for the Master in International Business at EAE I wouldn’t know at all the difference between my current position and a manager position. If it wasn’t for this Master I wouldn’t understand what is the price that must be paid to reach a higher level (nothing to do with written Qualifications), if it wasn’t for my teachers at the MIB I wouldn’t even know what is the reason why we have managers in big companies, and how this people are selected. If it wasn’t for MIB I wouldn’t know what is the best way today to contact a company and how companies are getting informations from workers, customers, and partners. If it I had not picked the same Mas
ter,  today I wouldn’t know, how I to improve my position, and if it wasn’t for the master I wouldn’t know what my position really means. All teachers and the practical cases used in this Master, give you the possibility to put yourself in the right spot, and to take decisions thinking with your head, not enough, they give you the possibility to think: Would I really like to be in this situation? Would I really like to work for a company like this? They also make you think that a big company it isn’t always good or better than a small one,  and that it is very important not just what the company produce, but how it is produced and what are the criteria’s, behind the company, and the company history. Today with the hanger of jobs, the global crisis, the unemployment rise, and the big changes that the world is going through, I would like to thank very much all teachers and organizers of the course MIB at EAE Business School, for opening my eyes, and not teaching me only how to growth inside a company, but to select what company work for, to understand my capability and to consider my life not as my job and how much money I make, but as a mix of many things. I would like to thank all of them for not giving me the job I liked but to taught me what I really like. 

mercoledì 12 marzo 2014

Ogni Giorno I

Apro gli occhi con un DRIIIIIIIIIIIIIIIN di quelli all’antica! E` come catapultarsi nella realtà con uno spavento, qualcosa che non ti aspettavi!  Trovare il tasto di spegnimento è abbastanza difficile cosi questo mi da la possibilità di tenere gli occhi aperti un po’ più a lungo.  Eppure, appena ci riesco, richiudo gli occhi e generalmente torno subito sulla fase REM. Dopo 15 minuti, inizia a suonare il cellulare dal soggiorno: Lacio Drom dei Litfiba, a ricordarmi i tempi andati, quando si faceva l’alba anche a Orroli nella speranza che questo mi dia energia.  Dopo un po’ smette e io cerco invano di trovare le forze per alzarmi dal letto. A questo punto ho già svegliato anche Susanna, lei mi sorride, e sa’ bene quali difficoltà sto provando. Questo mi consola, specialmente perché’ quando sei single non puoi condividere o sfogare con nessuno questa enorme difficoltà’ ad alzarsi la mattina. Mi sembra quasi che la possibilità di dire a qualcuno: Ciooos…  che sonno che cio’! Anche oggi..si va a lavorare! O semplicemente, devo alzarmi! Mi faccia sentire meglio! A chi sta’ pensando se mi alzo  tutti i giorni all'alba, posso confermare che si sbagliano. Questo avviene dal Lunedi al venerdì tra le 8 e le 8.30 del mattino. Il sole è già alto illumina bene sia la nostra camera da letto che la cucina ma io ho sonno, son fatto cosi. Scappo in bagno in mutande, sperando che l’aria fresca mi svegli. Con soddisfazione compio le tipiche attività mattutine di ogni uomo - da non condividere - e poi mi lavo il viso con acqua freddissima, sperando, sempre invano, che la forma del cuscino scompaia dalla mia faccia. La mia dolce metà mi  porta un bicchiere di frullato al volo, nel frattempo indosso camicia, calze, e pantaloni. Ogni giorno mi lamento che la mia cinta è rovinata e devo ricordarmi di comprarne una nuova.  Gli avanzi della sera prima o qualche panino vengono ben impacchettati per il pranzo, e con questa borsa (Calzedonia, Zara o  Dunnes Store) esco di casa. L’aria la mattina è fresca e buona, un’occhiata all'orologio e so che se riesco a prendere la metro prima delle nove meno dieci, sarò in ufficio per le nove e venti. Mi affretto cercando di schivare le tante mamme e rispettivi bambini che cercano - a differenza delle mamme italiane- con molta tranquillità di raggiungere la scuola.  I bambini sono belli, e generalmente parlano sempre di qualcosa mentre camminano.

Nella metro gli ascensori per i disabili sono sempre i più utilizzati nonostante la voce all'altoparlante ricordi in 3 lingue diverse che servono solo per i disabili e quindi bisognerebbe evitare di saturarli.  Ogni giorno guardo con un po’ di sdegno chi prende questi ascensori, nella speranza che intuiscano che non ‘e una buona pratica, ma con il solo risultato di essere considerato uno che fissa la gente. In Metro leggo un libro. L’ultimo, La politica per professione, di Max Weber. La gente mi vede e spesso mi guarda male. Li capisco. Nella metro ogni tanto mi fermo e osservo chi mi sta attorno: “quanta’ diversità, quanta gente con storie, usi e costumi diversi che riescono a convivere tutti assieme pacificamente!" Azz, ma questo come c’ha i capelli? Nooo… pesi 300 kg ti metti i leggins?  Vah be, dai bene cosi, fregatevene! Fatte un po’ cio’ che vi pare! Pero’ quanta gente grassa, quanta gente sporca, meglio non toccare troppo qui nella metro! Fammi tornare a leggere! Certo che qui a Barcellona c’e’ un potenziale incredibile, quanta gente che va’ a lavorare tutti i giorni? Ma’ siamo sicuri che vanno a lavorare tutti quanti? I pensieri vengono interrotti da una voce a tonalita’ leggermente più alta, ma ben poco enfatizzata:  "Hola, tengo u niño y no tengo que darle para comer me puedes ayudar?" Oppure cantato: Buenas dias a todos señores y señoras! Disculpe por la molestia que vos vengo a causar, no tengo trabajo y ni cobro el paro (sussidio di disoccupazione), lo sé que es malo pedir pero pejor es cuando tu hijo te pide un trozo de pan y no tengas nada que darle. Queste sono le classiche cantilene di questi fannulloni che stanno tutto il giorno sul metro a chiedere l’elemosina. Tra la gente poi vedo chi gli da’ i soldi!!! Guardo disprezzante verso chi da’ soldi ai mendicanti, di nuovo vengo considerato uno strano. Che poi io i soldi a qualcuno gli do’ tipo a quelli che suonano, quelli che fanno un po’ di spettacolo. Ma stare cosi solo a chiedere, mi fa pensare che proprio come persone non valgano granché’ sono incapaci ad adattarsi, e come direbbe anche Darwin, chi non si adatta scompare. Ho detto Darwin non Hitler. Pero finalmente arriviamo alla Sagrerà, e  ora ho ben altro a che pensare. Ci sono 5 rampe di scale meccaniche da fare per arrivare all’altra linea, e la gente si mette in fila alle porte della metro, appena queste si aprono inizia la sfida. 

giovedì 19 dicembre 2013

NONE TIME MONTH (un mese senza tempo)

Come sarà successo? Io mi immagino quel giorno in cui decisero di abbandonare la terra ferma e arrivare in Asia su dei tronchi come avevano già fatto molte volte sul fiume. Magari uno ha detto all'altro tu dici: - acqua, acqua, acqua! tante volte quanto io impiego ad andare a e tornare dall'altra parte del mare, stabiliremo cosi quanto è lontano!?! Cosi hanno anche inventato il gioco di acqua fuoco no?
AAAAAAwh!  se solo si fosse dato una bella pietrata sulle palle quel giorno, anzi che iniziare a contare e cosi scandire il tempo e misurarlo, l’uomo, non sarebbe forse più felice? E’ cosi che è iniziato tutto. IL RITARDO per esempio fu inventato esattamente in quel momento, e cosi anche una nuova classe a cui io appartengo praticamente da sempre, i ritardatari. Come diceva sempre “Tziu Flaviu” (bidello) a scuola: Pisano! Finas’e sa dia e s’esami asta benni in ritardu! (Anche il giorno dell'esame arriverai in ritardo!) E infatti fu’ cosi.  Si perché avere i minuti contati e qualcosa che non mi va bene per niente, diciamoci la verità, se vuoi vivere bene, se sei libero, se la vita tela godi davvero, come puoi contare il tempo che passa? La verità è che stabilire orari e momenti precisi è una cosa che ci è del tutto sfuggita di mano. Io queste persone che anche quando escono dicono, ci vediamo alle 8:00 e alle 7.45 sono già li, proprio non le capisco. Vi voglio chiedere, con grande umiltà e sincerità: ma non avete niente da fare che aspettare esattamente quel momento della serata in cui sarete li precisi fuori al vostro appuntamento? come se tutta la giornata dovesse ruotare attorno a quell'esatto momento! e tutti gli altri momenti? Mi dispiace ma io non posso e non voglio discriminare, né le persone che usano questa tecnica, liberissime di scegliere come gestire la propria vita, purché questo non voglia dire causarmi stress, specie ingiustificato come nel caso di uscite rilassanti e di svago, e mi si ripeta ogni 10 minuti, sei pronto sei pronto? Se devo uscire voglio farlo in tutto relax! Cosi come non voglio discriminare gli altri minuti, gli altri secondi o qualunque altro’ attimo della mia vita che voglio godermi a pieno, riempendolo di attività e di cose da fare che potrebbero’ con grande probabilità causare un ritardo negli attimi di vita successivi. Ma diciamoci la verità, come diceva Tonino Carotone, il futuro è incerto, il presente è quello che conosciamo! Viviamolo tranquilli, godiamocelo! Che non mi si fraintenda, se domani mattina ci mettessimo a DISTRUGGERE TUTTI GLI OROLOGI e smettessimo totalmente di contare il tempo non so se il mondo sarebbe meglio o peggio. Immagino il caos con i treni e con gli aerei, o ancor peggio, il giorno di paga, quand'è? Boh!, facciamo che ti pago quando mi va’!  ma diciamoci la verità non ci piacerebbe provare? Non vorremmo tutti quanti che questo accadesse almeno per 1 mese all'anno. Ecco se potessi farlo io proclamerei il NONE TIME MONTH, un mese sabbatico
in cui ognuno può arrivare a l’ora che gli pare a lavoro e qualunque altro appuntamento, un mese in cui ognuno decide quanti anni a in base a quanti se ne sente e non in base a quella etichetta che tutti riconoscono che parte nel contare gli anni da quel giorno in cui sei nato e ti perseguita per tutta la tua vita. Che poi alla fine il compleanno è il giorno più brutto di tutta la vita per chi compie glia anni; si perché ti svegli la mattina e sai che quel giorno sarà in qualche modo speciale per te, e deve essere diverso dagli altri, per forza! Cosi inizi a chiederti come mai quella persona o quelle persone a cui tieni particolarmente non abbiano ancora chiamato, e anche come mai tu non ti ricordi di aver fatto gli auguri il giorno del loro compleanno (questo solo io). Inizi a pensare se per la tua età sei in regola con il meccanismo di vita ufficiale stabilito dal sistema sociale di vita organizzata in comunità di vari dimensioni, e ti chiedi se sei al passo con i tempo o se magari dovresti essere in un’altra posizione, tutte cose ben evitabili se solo si smettesse di contare il tempo! Per finire ci sarà il culmine della giornata in cui tutti ti faranno gli auguri e ti metteranno al centro dell’attenzione, magari chiedendoti un discorso che tu improvvisi in positivo, contro la tua stessa volontà, per evitare di annoiare gli ospiti. Il tempo è relativo, lo ha detto anche Einstein, come si puo’ dire di no a lui? Quello che lui spiegava ‘e che sostanzialmente il tempo va a due diverse velocità per  chi aspetta e per chi arriva, e che quindi dipende del tutto dalla percezione che noi umani ne facciamo. Per esempio paragoniamo due persone agli antipodi. Non so’: Papa’ Francesco e Vasco Rossi. Logicamente per loro due il tempo va a diverse velocità e anche se teoricamente più giovane, io credo che Vasco si senta ben più vecchio di Papà Francesco, solo per una sostanziale differenza in esperienze (non migliori o peggiori) ma semplicemente diverse, e per questo motivo in grado di trasmettere una sorta di relatività del tempo per la quale son sicuro che  il beato Checco non si sente cosi avanti negli anni. Insomma il mio messaggio vuole essere: “Se vogliamo essere liberi dovremo iniziare eliminando quelli elementi che ci hanno resi schiavi!” La misura, questo grado di analisi delle cose che consente termini di paragone a una sola variabile, non  tiene conto di  tanti altri fattori che dovrebbero influenzare la nostra vita e le nostre scelte, e per questo motivo per migliorare la nostra vita’ dovrebbe essere rivista e rivalutata. Vivete ogni vostro attimo della vostra vita, non solo i 18 anni, la laurea, la prima volta, il giorno in cui mi son comprato la macchina nuova.  


PS: Anche oggi ero in ritardo a lavoro. Non ci riesco è più forte di me. 

mercoledì 9 ottobre 2013

Abbittante del pianeta terra.

Ci sono due questioni che voglio affrontare: La prima parla di indipendenza, e la seconda parla di immigrati. Le voglio trattare assieme perché secondo me sono entrambe strettamente correlate. Il mio appello qui è a chiunque abbia un parere diverso, di non considerare la mia una presunzione a dare risposte, chi sono io per capire o spiegare questi problemi? Il mio è un invito a parlare apertamente a discutere per migliorare.  Dite: non sono razzista! Ma gli zingari mi stanno sulle palle! I Sardi a casa loro e cosi gli Zingari(haha) e i Marocchini! La Sardegna ai sardi, la Catalauna ai Catalani (se ce n’è rimasto qualcuno) e la Padania ai Padani. E’ semplice! Basta dirlo!  Ma condividendo una foto su facebook che parla di privilegi agli immigrati in Italia, o di come la lingua Sarda sia importantissima (scritto in Italiano) e di come la Cataluña paga le tasse per mantenere i disoccupati del sud della Spagna non è un buon modo . Ditelo ragionandoci affondo. Ditelo pensando a tutte le conseguenze che ci sarebbero se, la Sardegna fosse indipendente dallo stato Italiano, e se noi non parlassimo Italiano, se tutti gli Immigrati presenti in Italia fossero espulsi e se tutti gli Stranieri andassero via da Barcellona. Se ci chiudessimo completamente in questo nostro mondo “ ideale” di quanto migliorerebbe la nostra vita? Ricordo soprattutto ai miei conterranei, che vanno a comprare il pane la mattina - con una macchina Francese, che usa petrolio Libico, prodotta in Slovacchia, da immigrati Rumeni, con materiali Tedeschi lavorati in Cina, - che se non fosse per questi fenomeni di globalizzazione e di incontro e scambio tra nazioni, sarebbe davvero difficile reggere il nostro  tanto amato “stile di vita occidentale”. Quindi se volete parlare solo in sardo se volete che nessuno vi “rubi il lavoro” (come dicono i Catalani nei confronti degli stranieri) allora iniziate a pensare alle risorse che avete in loco. Esattamente cosa pensate di fare estrarre il carbone? O si creerebbe una centrale nucleare in Sardegna? Molti di voi penseranno che basterebbe l’eolico o il fotovoltaico. Informatevi.  Se non fossimo parte dell’Italia, grandi infrastrutture come la S.S131 avrebbero avuto non poche difficoltà a realizzarsi, per non parlare dell’istruzione e del sistema giuridico, che sarebbe probabilmente ancora basato sul codice Barbaricino. E’ facile stare a lamentarsi di tutto e di tutti, più difficile è pensare realmente al problema e a come lo si può risolvere. Ora che non mi si fraintenda, il Sardo è importantissimo, ma solo noi stessi possiamo preservarlo semplicemente insegnandolo ai nostri figli e non vergognandoci della nostra identità esattamente come dovrebbero fare i Catalani. Non sarà l’indipendenza dall’Italia a garantire questo, come non sara’ l’indipendenza della Padania a garantire ai Padani un futuro prospero e felice. Dobbiamo smetterla di considerare la vita degli altri come di intralcio o un capro espiatorio per i nostri problemi, chi non sta bene è il singolo individuo, solo lui può cambiare la sua stessa vita e cosi quella della comunità in cui vive. Se non mi piace che i Pakistani non riciclano la plastica, quando ne vedo uno che la butta nel bidone sbagliato glielo dico. Se il Cinese mi vende qualcosa che si rompe gliela rendo o glielo faccio pesare esattamente come fare con un altro negoziante. E’ l’integrazione non la divisione che garantisce il miglioramento della società. Canada.  Ed ora mi sposto verso gli immigrati. Iniziamo dai Cinesi (in cui spesso si includono Coreani, Mongoli, Giapponesi,)ma tanto per noi son tutti uguali.  Mi sento male quando vedo quanti negozi: Ristoranti, ma anche Frutta e verdura, Alimentari, Telefonia, Fiorerie etc . sono di proprietà di stranieri qui a Barcellona. Se lo stesso succedesse a Orroli (dove son cresciuto io) mi metterei a gridare, probabilmente impazzirei, dove sono la gente che ha sempre abitato qui perché hanno venduto tutto agli stranieri?  Poi scopri, che molti locali continuano ad essere di proprietà di Catalani, che affittano agli stranieri a 700 euro al mese, mentre in casa magari hanno 2 figli disoccupati che pero non riescono ad essere competitivi nel mercato, perché non vogliono lavorare il sabato ella domenica, chiudono nettamente prima dei Pakistani, e non riuscirebbero a vivere con un salario cosi basso. I negozi dei Pakistani del Raval sono aperti dalle 9 alle 11 tutti i giorni 365 giorni all’anno, anche quando per noi è natale e quando per loro c’è il Ramadan. Questa gente non perde una giornata! I prezzi sono minimi, e per fare un esempio un taglio uomo costa 4€ e non mi hanno mai fatto peggio di altri barbieri da 15€. Io dico questa gente viene qui con una fame e una voglia di lavorare che gli consente di non considerare il tempo libero. Per loro la migliore cosa che possono fare è lavorare tutto il giorno. Non sentono il riposo come un bisogno. La vita di lavoro 14 ore al giorno è il massimo che possono ottenere dalla vita rispetto a quanto avevano prima!  Come possiamo dirgli andatevene!? E poi questi servizi chi gli svolge? I Catalani, come gli Italiani i Sardi ed in generale gli Europei sono troppo fighi per lavorare in un panificio dove la baguette costa 0,50cent. Loro vogliono il lavoro in ufficio, la macchina a 18 anni e i jeans e le scarpe firmate. E se non ce la fanno tornano da papa’ e mamma che gli mantengono riempendoli di carezze e disperandosi con loro per giustificare cosa accade. Io dico a chiunque indipendentista, razzista, o anche semplicemente chi pensa: “ comunque se non ci fossero loro ci sarebbe più lavoro per noi!” pensa bene!! Quanta gente tra di noi farebbe i lavori che fanno loro? Quanti Catalani farebbero il lavoro che fa’ (una ragazza che conosco io) dieci ore in piedi davanti a un ristorante, con la gente che ti stressa e ti prende in giro, perché alla fine loro sono qui in vacanza, solo per convincerti a bere o mangiare qualcosa? E ancora, cosa succederebbe a Barcelona se domani mattina tutti gli stranieri andassero via? Cosa succederebbe se in Padania restassero solo i veri padani? Non sarebbe forse un territorio fantasma. Smettetela di rifugiarvi nelle scuse di immigrati che vi rubano lavoro o di pensare che questa carità (come quella realmente sentita dei cittadini di Lampedusa) sia la carità che limita l’Italia o qualunque altro paese ad uscire dalla crisi. Noi siamo i soli responsabili. Noi dobbiamo rimboccarci le maniche e trovare idee per andare avanti e fare un mondo migliore, indipendentemente che si lavoro molto o poco, ed indipendentemente che siamo tutti Italiani, Sardi, Cinesi, Rossi, Neri, o Catalani.  Io non sono solo Sardo Italiano o europeo, sono un uomo. Penso e vivo. E fino a quando rispetto gli altri non vedo perché non mi deve essere garantita questa dignità ovunque io sia nel pianeta terra. 

domenica 8 settembre 2013

Scimmie Razziste

C’era una volta una scimmia che decise di abbandonare gli alberi ed iniziare camminare sulla terra. Ma questo avvenne circa dieci milioni di anni fa’, ormai e’ difficile ricordarlo. Cosi le scimmie si son dimenticate di quando abitavano sugli alberi e infatti preferiscono camminare per le vie del centro, ogni tanto si lamentano di quello che le altre scimmie fanno e ad un livello estremo arrivano addirittura ad odiarsi gli uni con gli altri facendosi la guerra. Un motivo di odio tra noi umani, oltre a quello ridicolo della religione è il colore della nostra pelle. Attraverso Bob Marley a John Lennon, passando per Gandhi e gli altri grandi profeti la gente ha moralmente interiorizzato l’idea che il razzismo è qualcosa di sostanzialmente sbagliato e che dichiararsi apertamente razzisti è grave e sconcertante nella maggior parte delle culture moderne, incluse molte culture Asiatiche e Africane. Detto cio’ rimane il fatto che, non hai una sola persona che in un qualche modo, anche involontariamente non si metta al disopra degli altri o come portatore di una verita’ piu’ vera e giusta e che quindi lo rende migliore a partire dal sottoscritto. Spesso ho discriminato i Cagliaritani. Mi dispiace. Ho amici e parenti a Cagliari, ma  considerandoli pressoche’ gente erroneamente emancipata, e quindi piu’ lontani da quelli che io considero valori importanti per la vita, come il mangiare sano, la famiglia, e il non stress, ho fatto considerazioni negative che non hanno niente a che vedere con Cagliaritano o Maurritano in senso stretto. Per esempio l’altro giorno qui a Barcelona entra in un bar un ragazzo (molto bianco) di evidenti origini anglosassoni, e indovinate voi cosa indosava? La maglietta del Cagliari. NON CI CREDO. Per me era un eroe, dovevo offrirgli da bere. Cosi dico al barrista che il primo giro lo pago io.  Poi scopro che è in compagnia di un collega di Cagliari e in lei rivedo quella calma piatta, quella sorta di indifferenza che da quasi per scontato il mio gesto e che lo considera antiquato, di una persona che viene da una sardegna di un’altro tempo e che in qualche modo oggi giorno è innecessario. Insomma mi considera inferiore? Non esattamente in fondo io e lei siamo entrambi sardi, la nostra pelle è pressochè uguale eppure non c’e’ questa grande intesa, questa stima reciproca che invece provo per “l’omino bianco”, che è in realtà è Irlandese e culturalmente molto più distante da me. Insomma il razzismo alla fine non ha niente a che vedere con la nostra pelle, parte da concezioni ben più profonde che vanno dall’attegiamento e dal comportamento in determinate situazioni, ed è generato da una sorta di campanilismo umano,  vivo un po’ in tutte le società e culture a tutti i livelli, ed è inasprito da condizioni economiche e sociali. Il razzismo è visibile nelle micro culture come gli Orrolesi contro i Nurresi (amici per la pelle all’estero) fino ad arrivare a regioni (La Sardegna contro l’Italia o la Cataluna contro la Spagna, I Lombardi contro i Laziali e Campani contro i Sardi) e religioni o continenti interi (I Cinesi contro il resto del mondo). Siamo tutti in qualche modo razzisti e vittime di razzismo e allo stesso tempo incapaci di pensare che in realta’ non ci dovrebbero essere Nazioni, o razze o confini, ci sono infatti semplicemente PERSONE indipendentemente dal colore della pelle, SIAMO SCIMMIE CHE CAMMINANO SULLA TERRA FERMA.

Per esempio prendiamo l’Italia. C’e’ gente che ancora oggi considera il Sud ed il Nord due diverse regioni e diciamoci la verita’ è un po’ cosi. Ma alla fine pensateci bene l’Italia che cos’e’? Una terra distribuita in lungo dove si incontrano frutti e ortaggi che crescono a tutte le altitudini e ad un enorme varieta’ di climi, garantendo per esempio la varieta’ e quindi la straordinarieta’ della cucina che ci ha resi famosi in tutto il mondo. E cosi se non fosse per i limoni Siciliani, i vini Toscani, le mozzarelle Napolotane, Il pecorino Sardo e le mele Venete non saremmo l’Italia che siamo. Difronte a questa grandezza ineluttabile che è la natura a nostra disposizione come potete ostinarvi a sentirvi diversi? Lo stesso vale per le salsicce di Orgosolo, e le Launedas di Muravera e le pianure del campidano, siamo il risultato di un unione, è questo mix che ci rende migliori, come disse una volta un grande leader: “Ognuno di noi da solo non vale nulla”. Perché ci ostiniamo a dividerci?  Cosi, io mi appello a quelle grandi personalita’ che hanno reso il mondo migliore in tutte le nazioni. Personalita’ come Albert Einstein (Austriaco), Antonio Meucci(Italiano), Confucio (Cinese), Mohammed Ali ( USA), ma anche tanti personaggi che purtroppo non conosco, o non si conoscono perché le loro opere sono il risultato del lavoro di tante persone e comunità, come chi ha inventato i numeri o la matematica (Arabi). Mi sapete dire chi meglio di tutti ha creato o inventato qualcosa che ha migliorato la vita degli esseri umani in totale? E chi invece l’ha peggiorata? Ognuno di noi puo’ dare davvero una spinta straordinaria al miglioramento del pianeta e della nostra societa’ ma dobbiamo abbandonare queste idee vecchie e antiquate, questi antichi preconcetti che si sono sviluppati con l’evoluzione e oggi sono un limite alla evoluzione stessa. Provate quindi a tornare indietro di dieci milioni di anni, immaginatevi quelle scimmie che camminano sulle praterie Africane, che si ostinano a spingersi più in là, i primi veri uomini e donne coraggiosi. Si consideravano davvero superiori?  Chi ha bisogno di considerarsi migliore e quindi diverso è la vera vittima, non di razzismo ma di ignoranza perché non ha capito che siamo tutti solo ed esclusivamente scimmie.