mercoledì 12 dicembre 2018


Ogni generazione e' stata ampiamente criticata da quella precedente, ettichetata come dei disperati senza futuro. Questo ‘e avvenuto da Platone a Freddy Mercury. Oggi tuttavia credo che questo diritto sia del tutto ingiustificato, infatti le generazioni che verranno pagheranno non poco dell’uso e abuso della generazioni precedenti dai baby boomers alla generazione X. Dare la colpa alla musica, ai testi delle canzoni mi sembra veramente una bigottata. Anche io ricordo i commenti di mia madre la prima volta che a tredici anni mi sono comprato la MC degli Articolo 31. Non erano di certo dei testi educativi, eppure mi invogliavano a sapere, a capire dipiùu, a conoscere per poter criticare. Logicamente lei (mamma) non ha mancato di farmi sapere la sua opinionee: contraria. Qualora avesse pensato che dovevo semplicemente seguire i miei idoli e non fosse giustificata nessuna critica Io avrei sentito una sola campana, e non mi sarei chiesto: ma non ‘e che JAX qualche "cagata" la dice? Dal Decameron aEminem i testirappresentanoo un messaggio da prendere con leggerezza di certo non letteralmente. Il messaggio va criticato. I testi possono piu o meno piacere, ma non per questo devono essere censurati. Ho provato solo oggi ad ascoltare i video diquesti cantanti” come Young Signorino o Sferaebasta. Sinceramente a mio pare fanno letteralmente cagare. Si in senso fisico.Piùu che cantanti sono una sorta di fenomeno di Marketing che dureràa tanto quanto la puberta del loropubblicoo. Non per questo sarebbe giusto vietarli di scrivere o di suonare.
Tuttavia,
 se c'è’ una cosa che voglio dire a favore dei bacchettoni e anche un consiglio per le generazioni successive – visto che tra non molto saràa un problema che anche io dovròo affrontare - smettete di accorciare i tempi. Se fate a undici anni quello che dovreste fare a quindici, rischiate di trovarvi a venticinque anni senza piu desideri senza piu sogni. La vita va vissuta rispettandone i tempi. Capisco bene quella sensazione per cui se fumi sei piu grande, se bevi sei piu figo, se dici le parolacce seipiu cattivo. Pero vi assicuro che c’e’ il tempo per fare tutto!!! Solo dobbiamo avere sin dall’inizio quella capacita di prendere tutto con le pinze di criticare anche quello che ci piace. Di chiederci, sto raggionando con la mia testa o sto seguendo una moda, per piacere aglialtri?

La censura e il proibizionismo sono state
 l’armaa con cui le democrazie hanno cercato di esercitare il proprio controllosull’opinione pubblicaa. Ma ha realmentef unzionato? Forse quel BIP aiuta la coscienza del benpensate ma ha forse ridotto la potenza delmessaggio?È’ forse il consumo di droga diminuito nel tempo grazie alla proibizione? E la legalizzazione dell’alcool ci ha forse resi tutti quantiubriaconi?Abbiatee e la capacita di sviluppare un senso critico, di conoscere per poter fare diversamente, di non consumare tutto quello che vi viene proposto in maniera veloce e continua, solo questo virenderàa una generazione diversa da quella precedente, un generazione migliore

venerdì 24 novembre 2017

INVESTIRE A BRATISLAVA

Da quando ci siamo trasferiti a Bratislava, quasi un anno, e abbiamo lasciato il nostro nido a Badalona sto cercando una Opportunità d'investimento. Fare un buon investimento vuol dire comprare qualcosa a un prezzo, e assicurarti che il il valore di questa aumenti in futuro.
A Badalona ci andò veramente bene. Erano altri tempi, nel 2013 il mercato immobiliare Spagnolo era ai suoi minimi, e le banche mendicavano i loro prodotti. Nessuno comprava più niente, ne turisti ne locali. Insomma, chiamatela fortuna, chiamatela astuzia, ma fu cosi che fuori dalla citta riusci a trovare un appartamento niente male - da restaurare si- ma ad un ottimo prezzo e che oggi, dopo quattro anni vale quasi il doppio.
A Bratislava, arriviamo tardi. Premeto che nel 2013 anche a Bratislava i prezzi erano diminuiti; una enorme quantita di aziende internazionali, con la crisi si didero una bella calmata anche in questi mercati, che da vent’ anni si preparano ad essere il motore dell’economia europea; sempre che ci sia un europa in futuro. Per darvi un idea nel 2002 i prezzi medi al mq a Bratislava erano di 779 euro, nel 2008, 1972€,  per un paese che ha una media di stipendi netti di circa 800 euro al mese, è una cifra enorme. Nel 2013 i prezzi medi erano diminuiti fino a 1.660 euro al mq, una discesa debole rispetto a quanto avvenuto in altri paesi europei, e oggi sono tornati a 1800. Partendo dall’idea che secondo me una casa non può costare più di quattro al massimo cinque volte quanto chi l’acquista è in grado di guadagnare in un anno. Noi qui a Bratislava abbiamo perso l’ occasione, ci siamo mossi tardi. E poi non tutti devono farsi un mutuo e comprare casa, affittiamo e fine della storia. Eppure parlando con chiunque in Bratislava si ha l’ impressione che stiamo facendo uno sbaglio e che i prezzi continueranno a crescere per sempre. Gli Slovacchi hanno una delle percentuali di Proprietà per famiglia tra le più alte in Europa, pari al 92%. Vuol dire che in Slovacchia nove famiglie su dieci abitano in una casa di loro proprietà.
Lasciate che vi spieghi. Innanzitutto voglio ringraziare la Slovacchia e particolarmente Bratislava per averci dato questa Opportunità di tornare a lavorare, senza problemi. Dopo un anno sabbatico e inconcludente, da provetti imprenditori in Sardegna, è bello tornare a lavorare. Qui c’e’ lavoro per tutti! anzi non ci sono abbastanza lavoratori, e forse non ci sono imprenditori.
Gli stipendi sono quelli che sono, e indubbiamente al di fuori della Slovacchia e della Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria e gli altri paesi dell’ est, siamo praticamente, poverissimi. Pero finche stai qui, gli stipendi, almeno quelli che un lavoratore qualificato riesce a percepire sono piu che suficienti per garantire: l' affitto di un appartmento decente ( meglio se si è in due, soli è realmente dura), diverse uscite o break il fine settimana o un paio di vacanze l’anno, e mettere anche qualcosa da parte. Tutta altra storia racconterebbero gli Slovacchi “non qualificati”. Qui un inserviente scolastico guadagna 400 euro al mese, un autista circa 700 spesso lavorando 12 ore al giorno. Pero diciamo che per chi rappresenta il motore dell’economia slovacca, le banche sarebbero disposte a finanziare una casa fino a 150.000 euro, senza problemi. Con quei soldi qui compri un appartamento riformato di 70 mq, due stanze, due balconi e a venti minuti dal centro della città. Voi dirette, ma i prezzi medi al mq non erano di circa 1500 euro? Be’ si, ma la media include i prezzi di un enorme area, che va ben oltre il centro di Bratislava, qui infatti le citta’ sono molto estese, e il prezzo aumenta esponenzialmente quando vuoi stare vicino al centro.
Insomma diciamo che oggi compreremo un bell’ appartamento, sarebbe davvero un buon investimento?
Per capirlo dobbiamo analizzare le cause principali di questo boom economico e dell’ aumento dei prezzi che ripeto non è equalmente difuso in tutto il paese, ma ben diversi sono i prezzi e gli stipendi di Bratislava con quelli delle citta poco lontane. Le causa principale dietro il boom economico slovacco sono le grandi corporazioni. Qui aziende come Amazon, IBM, JCI, Henkel, si sono trasferite a partire dal 2003 con un unico obbiettivo a loro molto caro: ridurre i costi per aumentare i profitti. Se si considera infatti che gli stipendi costano meno della meta di quanto costerebbero da qualunque altra parte in europa; che gli Slovacchi sono ottimi lavoratori, ben qualificati e in grado quasi sempre di parlare un altra lingua europea oltre l’inglese; e che la tassazione sui profitti è inferiore alla media europea; abbiamo elementi sufficienti per convincere qualunque azionista che, spostarsi a Bratislava per la sua azienda sia un ottima mossa.
Ecco quindi che con tante aziende che impiegano a tempo indeterminato migliaia di persone, chiunque può permettersi un mutuo, un’ auto più grande, una cena fuori e tutte le attività correlate iniziano a crescere. Con gli stipendi arrivano le Banche, che offrono degli ottimi vantaggi (spesso limitati al massimo ai primi tre anni), la gente compra anche cio che non si puo permettere e le aziende diventano il pilastro dell’ economia. L’indotto generato da queste aziende garantisce “il benessere” generale della nazione. Insomma siamo tutti piu ottimisti, e pensiamo che i prezzi delle cose che noi compriamo oggi varranno di piu anche domani, e se non posso comprarlo con quanto ho a disposizione, ho sempre la Banca che mi sorride al mio fianco e mi da fiducia sul nuovo acquisto e sul suo valore in futuro.
Il risultato? Il debito privato in Slovacchia ammonta al 120% del prodotto interno lordo. Un po quello che succede in Italia con il debito pubblico. Qui il debito pubblico è bassissimo. Infatti Il governo Slovacco si assicura ottimi ingressi grazie a una tassazione sul redditto superiore all’ Italia, e a servizi pubblici che vanno dall’ inesistente allo scarso. I marciapiedi e le strade sono in uno stato primitivo, l’ illuminazione pubblica è quasi inesistente, e i servizi statali basici sono sempre organizzati attraverso società private a partecipazione statale. Parliamo di salute per esempio: L’assicurazione sulla salute è obbligatoria, nel senso che tu non puoi stare in Slovacchia senza averne una. Lo stato ti obbliga ad assicurarti altrimenti non può offrirti delle cure. Dal momento in cui sei assunto, l’assicurazione te la paga il datore di lavoro, quando sei disoccupato te la paga lo stato. Qualora pero dovessi trovarti senza una assicurazione per un lungo periodo, perche magari sei andato via dalla Slovacchia, perchè hai lavorato senza assicurazione, o per qualunque altro motivo, lo stato per reintegrarti nel sistema assicurativo vuole che paghi il tuo debito. Il risultato c’ è un enorme quantità di persone povere, realmente povere, che non riescono più a pagare i debiti con lo stato, e quindi non avendo una assicurazione non possono lavorare. Insomma lo stato slovacco farebbe di tutto per assicurarsi conti pubblici in ordine (il debito è circa il 50% del PIL), allo stesso tempo sono i privati a doversi indebitare per ottenere dei servizi.
Cosa succedera quando le aziende vorranno aumentare ulteriormente i loro profitti e decideranno di spostarsi nei paesi ancora più economici? O quando i privati non riusciranno più a coprire i propri debiti e lo stato dovrà iniziare a indebitarsi o ad aumentare la tassazione per garantire dei servizi che fino ad ora non si preoccupa di coprire ?(salute pubblica). Cosi come velocemente si sale in alto altre tanto velocemente si scende. Le aziende si sposterano, le banche non avranno piu a che offrire i mutui e a chi gli avvranno gia offerti non saranno magari in grado di pagare, tutto torna al proprio posto, e anche i prezzi torneranno a rispechiare la economia reale di questo paese.

domenica 1 ottobre 2017

Indipendent of indipendency.

Some people's reading this might ask how an Italian, born in Sardinia and living in Slovakia, has any right to express is opinion on the protests and fights over the so called  referendum of Cataluña. The truth is even after living in Barcelona for five years and still holding business in there, I have always thought of myself as a visitor. But after visiting Andalusia recently I really felt no diference between North and South, which made me think about this need of indipendency in deeper. The truth is I have always hoped for one European country with one government, and I always saw any request of indipendency from Brexit to Padania to IRS a mere  politic act of propaganda, something poor pliticians with lack of  ideas bring up to gain votes with not a clue on the benefits for the population. I am not going to write an annoying article that explains tiny bits of the story without taking any part or action on the issue. I want to be straight: all this talks and action to conquer indipendency are an absolute waste of time and energies!

There has been many countries complaining about their need for indipendency for historic reason, languages and traditions. For one the Sardinian island would be the one that inside Italy better diferenciate itself, and I have recently experienced some serious chat with an Hungarian teacher that proclaims Slovakia to be part of Hungary. An upper level of this would be some today's Romans going to Egypt and proclaiming their rights on the region. What I want to say is that history is history,  life today would not be improved if we went back to what was said twenty, fifty or one thousand years ago.  The core issue in Cataluña has been the  taxation, alias being a net contributor inside the Spanish Kingdom, like Italy and UK are inside Europe. What that means is if taxation is on twenty percent, countries that produce one million Euro will pay two hundred thousand while countries that produce one hundred thousand will pay twenty thousand. There is anything wrong with that? Taxes collected will be then re-distribuited in a solidary principle giving more to the poors and less to the rich to help them to advance.  Should be a basic principle behind any democratic state and something each European citizen should be proud of. However indipendency talk have hit so badly recently, after the financial crisis (crisis in which this principle were completely forgotten) and the corruption scandals that affected all modern democracies including Spain and Cataluña. Hence politicians with no better ideas to win the election, came back with the most stupid and easy idea: INDEPENDENCE.

Do I want to say that Rajoy managed very well the situation? Absolutely not. I think the majority of protesters were there more to prove their right to express an opinion than to be separated from Spain. If I was Rajoy I would have spoke to the Catlans in a clear way:" Dear Spanish fellow, I would like very much to hear your opinion on this matter, however I would also like to remind you that in the case of YES winning you will be on your own, and by this I mean: no more LIGA (Barcelona will play football with any other city in Cataluña), no Euro money supply, no more Spanish bank accounts, no more exports to Spanish cities or with higher taxation, incentives to all Spanish leaving Cataluña, no more energy supply from companies based in other Spanish region. Etc." Would they be ready to queu and vote if they would become an isolated region between Spain and France? I know many Catalans would, simply because of this idiotic idea to be better, stronger, different than the others, but I can tell you it really isn't like it. So another idea would be to send "La Guardia Civil", but instead of stealing the boxes from the voters, they could stand there and laugh at a fantasy uncostitutional referendum. Like doctors in a psychiatric clinic, when they reply to their patient: Bonjour Napoleon, come an ça va? Anything would have been better than this childish talk: we say No no no! And they reply Yes yes yes! And now who knows what will happen?

Once an Irish friend laughed at my crazy idea to have one European country within fifty years: how complicated is to unite one small country (Ireland) imagine to unite many of them? Fine. But what are the options? The real issues that nearly each country in the world will face soon are: immigration, pollution, rise of water level, extreme weather conditions, aging of population and growing of global corporations with more power, money and information than single governments. If any country, big or small, is ready to better tackle these issues thanks to isolation, less inference and power of higher institutions, god have mercy of them and their citizens.

To finish, I just would like to remind everyone that all you hear in Europe is people giving out about their country, their government, their salary, none of us is happy! But we all have Facebook, Google a Tablet and we can freely express our opinion- like me here- and in the end ideas will matter. Ideas cannot be arrested or stopped. A book, a consumer act of choice and a post on facebook can free more people than violence and protests. I am not saying Catalans have been violent but for sure they voted in the Spanish and Catalan elections and I don't think they got the right,  smartest choice, or for sure is wrong to think that indipendency will affect this choice. The only indipendency we should all seek is the one from our national's governments and leaving the European Union manage on bigger needs like, health, defence and education. Having more flatmates activily managing these issues on the European condominium will free us from corruption and speed up on the higher treats that will really affect our lives in the XXI century.

mercoledì 2 dicembre 2015

No poto reposar penzendu a Ryanair.



Da sardo, che si propone di lavorare con i turisti la notizia sulla cancellazione dei voli ryanair suscita, scusate il francesismo, un certo “scoglionamento!”. La prima cosa da fare sembrerebbe incolpare la regione e l’assesore al turismo per la sua incapacita’ di mantenere la più comunemente “googlata” compagnia aerea in Sardegna. E’ indubbio infatti che molte persone – spesso Italiani, a causa dell’aumento dei prezzi dei traghetti – si ritrovano a ricercare sul sito ryanair il momento più opportuno per prenotare le ferie e tornare a casa. Il sistema è semplice, vai sul sito, trovi il biglietto più economico nel periodo a te conveniente, lo prenoti, ti stampi il biglietto e parti. Per chi pensa che i limiti di Ryanair siano quelli di non poter essere contattata attraverso agenzie viaggi e di limitarsi lavorando solo e direttamente con i passeggeri, consiglio di guardare il calendario. Detto questo, la questione si complica. Infatti dietro la decisione di Ryanair di lasciare la Sardegna vi è un discorso a lungo dibattuto sui contributi, che aeroporti come quello di Alghero dal 2000 versavano a Ryanair sotto forma di incentivi pubblicitari. Inutile dire che non è la prima volta che si incentivano aziende private con soldi pubblici, la FIAT (oggi quotata in United States), l’Alitalia ma anche gli stessi contributi dell’ UE o Regionali, a fondo perduto potrebbero in qualche modo essere considerati un aiuto rispetto ad imprenditori privati che si sono, per cosi dire, fatti da soli. Per questo penso sia importante focalizzare il discorso sugli incentivi. Un’ articolo della Università di Cambridge descrive come l’incentivo in denaro versato ai donatori di sangue abbia effettivamente ridotto le donazioni. Possibile? Sembra proprio di si. Se pensiamo infatti che donare il sangue sia un atto di solidarieta’ e di compassione probabilmente, doneremo più volentieri che non per una ricompensa di cui eventualmente potremo vergognarci con parenti ed amici. Ricordo che la Sardegna ha un altissimo livello di donazioni solo per un succo di frutta e le analisi dettagliate. Questo ci porta ad ogni modo a dover distinguere caso per caso in base all’ incentivo e al tipo di prestazione. Come ho già avuto modo di criticare in passato, molti incentivi per la creazione di imprese e attività produttive in Sardegna hanno portato alla costruzioni di vere e proprie cattedrali nel deserto che non hanno prodotto un ritorno economico e richiederanno moltissimi anni prima di “rendere” in qualche modo i soldi investiti. Gli individui rispondono agli incentivi! (G.Mankiw “Principi di Economia”) Come? Sé ti faccio pagare più care le sigarette – hai un incentivo a smettere di fumare; sé ti faccio pagare più cari i parcheggi nelle zone più trafficate – riduco l’inquinamento; sé ti obbligo a mantenere un impiegato dopo che lo hai licenziato hai incentivo a tenerlo sul posto di lavoro. Come potete notare dagli esempi sono tantissimi, eppure gli effetti non sono sempre quelli desiderati, un po' come per le donazioni di Sangue. Nel caso specifico delle compagnie aeree, la de regolazione sulla aviazione civile, avvenuta negli Stati Uniti nel 1978 e poi in Europa circa 15 dopo, aveva come obbiettivi principali una maggiore efficienza e sopratutto una riduzione delle tariffe. Ma dobbiamo ridurre il nostro zoom per parlare soprattutto degli aeroporti e non solo delle compagnie aeree. Nel caso degli aeroporti il discorso è identico, e infatti mentre nei primi anni della privatizzazione gli aeroporti rimasero sotto controllo pubblico per garantire maggiore sicurezza con il tempo la tendenza è stata quella di privatizzare e questo processo avviene ancora oggi in molti paesi Europei. Pochi aeroporti tra cui quello di Alghero rimangono oggi sotto controllo pubblico. Ad Alghero la società di gestione si chiama Sogeaal ed è posseduta dalla Regione Sardegna direttamente con il 18,3 per cento del capitale, (http://archivio.panorama.it/economia/Ryanair-e-le-tariffe-minime-Tutto-grazie-agli-aiutini) abbastanza da consentire all’ UE di classificare i pagamenti per prestazioni pubblicitarie come “aiutini” che rendono quindi omaggio ad una concorrenza sleale. Ora, nel 1862 venne costruita la prima linea ferroviaria reale da Cagliari a Iglesias. Immaginate solo per un momento che in quel tempo, un qualunque imprenditore si potesse svegliare e farsi una stazione per l’arrivo del treno a casa sua, per esempio collegando Cagliari a Mandas e poi ad Arbatax come fa ancora oggi il bellissimo trenino verde. Ecco io credo che qualche incentivo al re perché venga a Mandas con il treno gli verrebbe dato, anzi credo che ancora oggi il trenino verde funzioni molto grazie ai contributi regionali. Giusto? Bé, probabilmente si. Avere il trenino verde consente a molte di quelle aree di essere visitate e quindi genera un indotto anche per i paesi della zona sarebbe un redditto inesistente senza quel servizio. Stando all’articolo (http://sardegnainblog.it/15792/ryanair-taglia-rotte-alghero-cagliari-estate-2016/) Ryanair ha rappresentato uno dei vettori per il turismo specialmente nella zona d’Alghero, un po come Aga Khan in costa smeralda, eppure adesso che non ha più gli incentivi non sembra interessata. 

La domanda è quindi diventata: Sono i benefici di avere Ryanair maggiori dei costi? 

Facendo due conti veloci : 

Ryanair riceveva dalla Regione circa 450€ per servizi di “handling” cioè per ogni atterraggio – vedi Panorama;

150.000 sono le prenotazioni in meno nelle strutture ricettive in un anno – vedi sardegnablog;

Immaginiamo che ognuna di queste persone spenda in Sardegna 50 €, ridicolo, ma giusto per fare una prova, il risultato è un un indotto di 7.500.000€ 

Con una media di 150 passeggeri per volo sono 1000 voli in un anno, e cioè un costo per la regione di 450.000€; secondo i miei calcoli circa 7.000.000€ di guadagno. 


Detto questo, il problema rimane sempre politici, e sé anche loro dovessero andare via, non sparirà il bisogno di venire in Sardegna, né dei Sardi, né dei “continentali”. Ecco quindi che nasce una grande opportunità per tutte le altre imprese che operano nel settore dei servizi, ma a quali prezzi? Probabilmente gli stessi con la quale anche Ryanair non avrebbe problemi a restare. Mi dispiace, ripetere la solita paternale sulle ingiustizie del mondo odierno e delle politiche viziate, eppure non ho scelta: “come al solito, le decisioni politiche ed in questo caso non solo della Regione, ma specialmente quella del governo italiano e dell’ Unione Europea, sono per e a favore dei ricchi e non della maggior parte della gente e per questo...No poto reposar penzendu a Ryanair.

lunedì 25 maggio 2015

IL VECCHIO E IL BAMBINO

L’allungamento della vita ha portato i vari governi dei paesi occidentali a produrre una serie di riforme che spostano l’eta’ minima pensionabile in avanti di qualche anno. In Italia le varie riforme, da Dini a Fornero, sono state tipicamente accompagnate  da un orda di proteste, e dalla poca chiarezza di informazione, che contradistinguono il bel Paese dalle altre nazioni democratiche. Per quanto si possa polimizzare sui modi e le condizioni delle riforme di politici e governanti, questo tipo di riforme sono essenziali per il sostentamento del paese e per garantire una  redistribuzione della richezza nel tempo fra gente che lavora e gente che puo godere di una vecchiaia piu o meno agiata e di un meritato periodo di riposo. La spesa per pensioni al momento rapresenta circa il 14% del nostro PIL, contro una media OCSE del 7%. Il 28% delle persone in Italia ha piu di 65 anni,  con una speranza di vita sino a 85, mentre i vari paesi europei e occidentali hanno spesso speranza di vita di qualche anno inferiore. In Germania per esempio il 32% delle persone ha piu di 65 anni eppure la loro spesa pensionistica e del 11% del PIL. Probabilmente ci sono due fattori a rendere la Germania particolamente virtuosa anche in questo senso: innanzitutto producono piu di noi- effetto collaterale: vivere un po’ meno- con molta meno differenza fra Nord e Sud o se si vuole tra Est e Ovest, ma sopratutto la spesa pensionistica é probabilmente molto meglio distribuita. 

Da trentenne lavoratore, che contribuisce piu che sufficientemente a mantenere un sistema previdenziale attivo - per fortuna non in Italia ma in Spagna, dove, nonostante le lamentele del poppolo i rapresentanti politici hanno almeno un po’ piu di decenza (salario medio mensuale netto 3600€) – mi piace pensare che la mia vecchiaia sara’ un periodo di riposo, in cui potró dedicare il tempo a me’ stesso, e al mio riposo senza grandi pretese o scopi, un periodo in cui si gode della vita nella suá felice semplicita’. Detto questo, non riesco proprio ad immaginare una persona, che prende piu di millequattrocento euro di pensione e gli usa per costruirsi un futuro, anche perchè, innanzitutto, chi prende la pensione dovrebbe avere piu di sessantacinque anni o non dovrebbe essere in grado di svolgere un lavoro per incapacita’ fisica o mentale. Esattamente cio che non accade in Italia. Sempre ragionando per logica, non riesco a capire come fa’ la Corte Costituzionale a restituire a delle persone, per i nostri tempi, privilegiati, qualcosa di cui non hanno bisogno, anziche trovare modi per aiutare con gli stessi soldi persone che hanno problemi di indigenza. No dico, siete pazzi? A me sembra del tutto incostuzionale. E invece no, questo in Italia si puo’ fare tranquillamente: la sentenza é del tutto irrevocabile e non trova altra soluzione che non sia quella del nuovo governo (non quello che ha fatto la riforma) di doversi arrangiare come puo’ per soperire questi soldi. Cosi come in molti altri casi, in Italia, si fanno quattro passi avanti e tre indietro; sembra vogliamo assolutamente evitare che si diventi i primi della classe e si passi da carrozzone trainato dagli altri in una direzione a paese leader e pionere di nuovi modelli di societa’ in Europa e nel mondo. 

E’ triste per me pensare comunque che lo stesso paese che ha speso nel mio futuro, ora sia lo stesso paese che mi rende impossibile lavorare e produrre, o quantomeno gratificante pagare delle  tasse per garantire un futuro alle nuove generazioni e una vecchiaia agiata ai miei nonni. La soluzione per me é semplice, sembra logica e ideale per tutti: Eliminare pensioni al di sopra della media nazionale degli stipendi, Eliminare i vitalizi e privilegi , eliminare i baby pensionati. Importante ancor piú sara’ usare questi soldi per aiutare persone che vivono in poverta’ o al bordo della poverta, attualmente circa il 16% della poppolazione di cui circa il 10% in poverta’ assoluta. Complicato? In Italia si. Perche la legge non puo essere retroativa, e ci sono dei diritti acquisiti, e politici che fanno dichiarazioni solo per essere eletti e governanti corrotti e pressati dalle lobby. Minchiate! Si ragioni per una semplice logica razionale. Chi ha troppo? Chi ha troppo poco? Questo e’ l’unico segreto per far ripartire il paese! Senza una classe media possiamo arrenderci alla fuga di professionisti e lavoratori, alle imprese “Italiane” che producono all’estero, ad un paese pieno di immigrati e anziani che rovistano nella spazzatura, a una sanita’ sempre piu’ scadente e ad una scuola che ti rende sempre meno competitivo nel mondo nel lavoro, e forse ad una vita media che finalmente smettera di allungarsi riducendo cosi la spesa per pensioni. 

giovedì 28 agosto 2014

Beati i miei amici, perché' gli piacciono questi post.

Eccomi qua di nuovo a criticare. Si, lo devo fare, come in una guerra continua, infinita, di cui sono esempio l’Ucraina e il conflitto Israeliano- Palestinese, io devo prendere la mia posizione devo lottare per i miei valori devo diffondere le mie idee, è questo vuol dire criticare l’altro. Invito a farlo a chiunque. Per favore criticatemi il più possibile, ma ditelo apertamente, senza nascondervi. Criticare, non per erigere dei muri che ci chiudano l’uno all’altro ma per poter scambiare questa opinione per poter giustificare la nostra posizione per convincere il prossimo di questa, ma anche e soprattutto per poter imparare dalle idee degli altri. Se è vero che l’unica specie a sopravvivere è quella in grado di adattarsi  ai cambiamenti come possiamo farlo senza imparare gli uni dagli altri. Detto ciò passo al succo del discorso. Come molti di voi sanno, io considero Facebook un’ ottimo specchio della società che ci circonda, e prendo spesso spunto da quello che leggo in queste pagine per poi scrivere la mia opinione. Cosi per esempio stamattina in ufficio mentre sfogliavo le pagine di FB mi sono accorto del primeggiare di alcuni tipi di letture specialmente tra i miei amici Italiani. Cosi mi permetto di stilare qui una lista dei post più amati dai miei amici, arrivando a quei post che proprio non capisco e di cui mi chiedo: “come può esserci tra i miei conoscenti qualcuno cosi tarato? Come possono queste persone considerare questo articolo cosi interessante da arrivare a condividerlo?”  Più in basso nella classifica troviamo la condivisione di video divertenti spesso con oggetto i nostri piccoli amici animali, che anche io amo spesso condividere, mentre un gradino più in alto, gli stessi piccoli amici  sono spesso vittime di tristi di violenze, ingiuste, ingiustificate e spesso impressionanti, tante’ che io non capisco proprio come fa’ ad esserci ancora al mondo gente cosi malata.  E fin qui tutto bene, o quasi.

Salendo nella classifica troviamo tutta una serie di messaggi, che hanno l’obbiettivo di risolvere i problemi politici-civici: VOGLIAMO CHE UN PARLAMENTARE GUADAGNI MENO- CONDIVIDI SE SEI D´ACCORDO. Ceeeeeh!, cazzo sé son d’accordo sono d’accordissimo!  ma dopo aver condiviso 386 di questi post, mi sono accorto come in realtà i parlamentari Italiani  continuano a fare il cazzo che vogliono, quindi non condivido più anche perché mi sento un po’ preso per il culo.  Che solo su’ questo argomento ci sarebbe davvero tanto da scrivere. Non ora. Non ho niente di meglio da offrire del medio cittadino.  Altro post molto diffuso è quello del: “ Guardate cosa sto facendo ora!” Di cui il più classico esempio è l’ “Ice bucket Challenge”, con obbiettivo spesso sconosciuto al soggetto interessato, di fare una donazione benefica. Vi informo che si può fare beneficenza anche senza tirarsi un secchio d’acqua addosso. Includo in questo anche i miei post delle vacanze e le varie foto, che servono sostanzialmente a rendere i miei amici e familiari partecipi, virtualmente della mia vita, ma soprattutto a far ingelosire tutti quelli ( per fortuna oggi ben pochi) che non si possono permettere lo stesso svago, o in quell’esatto momento sono a lavoro.  Un tipico post, specialmente maschile è quello sullo sport: Questo giocatore è stato comprato,  Balotelli venduto li’, Ronaldo comprato qui…etc… Milioni di Euro. Mettere un’aliquota IVA su queste transazioni del 50%? No? Mentre uno sprt che avrei pensato caratterizzasse solo gli Uomini e invece è molto diffuso anche tra le donne, è quello delle nuove bellezze 2.0 stile Jen Selter https://www.facebook.com/jenLselter.  Sono sostanzialmente delle ragazze che si ammazzano in palestra tutto il giorno, per sfoggiare poi sui social network questi fisici mozzafiato che gli rendono circa 2 milioni e mezzo di “like” e quindi l’interesse di alcune grandi firme che le pagano per farle posare con i loro prodotti. Genialità per disoccupati dovuta alla crisi e alle innovazione o semplicemente ricerca di attenzioni a causa di un carattere debole?  Il piacere di ammirare le loro foto è indubbio; che abbiano più “mi piace” del Dalai Lama  è ciò che mi preoccupa.  E ora, nel podio della mia classifica, proprio quei post che non capisco. L’argento va a i post che riportano immagini di Gesù, la madonna o vari santi in cui si chiede di condividere per dimostrare il proprio credo. Con tutto il mio rispetto per la religione, la chiesa cattolica e il credo personale, non mi sembra che la bibbia contenga nessuna referenza alla vanità e il privilegio dei credenti, per la quale sia necessario dare mostra di cio’ in cui si crede pubblicamente per valorarne la propria forza. Anzi mi viene in mente proprio un passaggio biblico dove Gesù se la prende  con i sacerdoti che pregano nel tempio e fanno l’elemosina davanti a tutti per mostrare la loro bontà d’animo, (vedi Ice bucket challenge), -“ Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.” Ora che questo sia l’argento dei più ridicoli post, rimane la mia opinione, quindi non iniziate a prendervela con me per questa critica, io non critico la vostra fede o religione, critico solo il modo in cui la praticate. Se il concetto non vi è chiaro, riguardatevi i video dei Mussulmani che condividono messaggi di minaccia verso le altre religioni o che si tagliano in segno di penitenza, ecco, non vedo tutta questa differenza. Sacrilegio? No, il sacrilegio e ‘che questi post sulla chiesa sono spesso postati dalle stesse persone che poi postano: Messaggi della Lega Nord (e sono Sardi o Pugliesi), che continuano a riportare accuse contro gli immigrati perché lo stato italiano gli aiuta in maniera a dir poco indecente. Io vorrei vedere almeno un articolo di legge che dice che all’immigrato gli si danno 50 euro al giorno, vi prego riportatene almeno uno!!!  Tutti questi post che semplicemente accusano gli immigrati ma di cui non si citano le fonti, sono semplicemente propaganda politica, fatta da politici che per non giustificare la vera ragione per cui siete nella merda fin al collo, trovano negli immigrati un capro espiatorio, in cui, voi, Italiani, Cattolici, spettatori sportivi, con l’animaletto sul video perché a casa sporca e l’apporto civico 2.0 che include una bellezza bionica che ti consiglia cosa comprare, siete il perfetto esempio di una società idiota che non è in grado di adattarsi ai cambiamenti. 

giovedì 17 aprile 2014

Io amo gli animali?

Gli animali e la natura mi piacciono molto. Mi sento pienamente parte della natura. So bene che se uno squalo mi trova nuotando al suo fianco mi morde, cosi come farebbe una tigre, un leone un ghepardo nella savana. Non sono assolutamente d'accordo con nessuna forma di sfruttamento degli animali. Le galline, le mucche, i maiali, i pesci, ma in generale tutti gli esseri viventi hanno tutti bisogno di spazio, di mangiare alimenti naturali e di vivere una vita degna, nel rispetto prima di tutto della natura (bene di tutti) e non degli interessi economici. Detto ciò', come parte integrante della natura, come animale di specie uomo e quindi onnivoro, non posso, non voglio e non devo rinunciare a mangiare carne o usare la natura a mio vantaggio. Questo è qualcosa che va' ben oltre le nuove tendenze vegane o vegetariane, il falso moralismo di chi si dispiace per il maialetto mangiato pero indossa scarpe in pelle, o di chi si bacia con cani e gatti. Rispettare la natura e amare gli animali non è questo. Al momento ci troviamo davanti a un’ignoranza e chiusura culturale senza precedenti. Specie perché fino a poco tempo fa’ questi fatti non si potevano portare a conoscenza di tutti. Quando dico ignoranza intendo:  l'ignoranza di chi si lamenta per il cinese che mangia i cani pero mangia altri animali, di chi si dispiace per i pulcini morti nelle fabbriche ma getta le ciche per strada, di chi considera un cavallo tutta la sua vita e considera chi mangia la carne un criminale. E' inutile che cerchiamo di trovarci d’accordo, é inutile cercare di spiegarci e giustificarci gli uni con gli altri, e  ancor meno utile cercare di incolparci. Quello che non riusciamo a capire del comportamento degli uni e degli altri è dovuto ad una distanza culturale, a diversi valori che diamo alle cose che ci circondano, tale per cui non riusciamo a capirci gli uni con gli altri. Le frasi più comuni dei giorni nostri: Ma come fanno i gay? Ma come fanno a mangiare l’hamburger!? Ma come fanno a gettare cosi tante bottiglie di plastica in mare?  Da Sardo, orgoglioso di una tradizione antica, e di cosi tante delizie culinarie ma anche di una certa ritualità e di uno specifico atteggiamento nei confronti degli animali e delle bestie, non considero nessun pastore o allevatore o anche cacciatore migliore o peggiore di chiunque altra persona. So’ soltanto che ci sono persone, e che la maggior parte di queste sanno che, la loro vita è estremamente legata alla natura, e quindi questa merita rispetto. I maialetti, gli agnelli non soffrono. Loro son parte del ciclo naturale di cui noi siamo parte.  Questo lo posso dire con tutta serenità perché non ho mai visto un pastore far soffrire una bestia, mentre si vedono tutti i giorni, bambini, soffrire e morire  per colpa di gente in giacca e cravatta.  Quindi a chi pensa di fare moralismo, per il capretto, il maialetto e o anche le galline voglio chiedere: come rispetti la natura nel suo complesso? Puoi realmente dire di essere uno che vive a pieno nell’equilibro naturale, o pensi che la soluzione sarebbe che noi uomini ci tagliassimo fuori? Prima di rispondere, pensa: se’ ti tagli fuori non ti stai forse considerando al di sopra?