giovedì 19 dicembre 2013

NONE TIME MONTH (un mese senza tempo)

Come sarà successo? Io mi immagino quel giorno in cui decisero di abbandonare la terra ferma e arrivare in Asia su dei tronchi come avevano già fatto molte volte sul fiume. Magari uno ha detto all'altro tu dici: - acqua, acqua, acqua! tante volte quanto io impiego ad andare a e tornare dall'altra parte del mare, stabiliremo cosi quanto è lontano!?! Cosi hanno anche inventato il gioco di acqua fuoco no?
AAAAAAwh!  se solo si fosse dato una bella pietrata sulle palle quel giorno, anzi che iniziare a contare e cosi scandire il tempo e misurarlo, l’uomo, non sarebbe forse più felice? E’ cosi che è iniziato tutto. IL RITARDO per esempio fu inventato esattamente in quel momento, e cosi anche una nuova classe a cui io appartengo praticamente da sempre, i ritardatari. Come diceva sempre “Tziu Flaviu” (bidello) a scuola: Pisano! Finas’e sa dia e s’esami asta benni in ritardu! (Anche il giorno dell'esame arriverai in ritardo!) E infatti fu’ cosi.  Si perché avere i minuti contati e qualcosa che non mi va bene per niente, diciamoci la verità, se vuoi vivere bene, se sei libero, se la vita tela godi davvero, come puoi contare il tempo che passa? La verità è che stabilire orari e momenti precisi è una cosa che ci è del tutto sfuggita di mano. Io queste persone che anche quando escono dicono, ci vediamo alle 8:00 e alle 7.45 sono già li, proprio non le capisco. Vi voglio chiedere, con grande umiltà e sincerità: ma non avete niente da fare che aspettare esattamente quel momento della serata in cui sarete li precisi fuori al vostro appuntamento? come se tutta la giornata dovesse ruotare attorno a quell'esatto momento! e tutti gli altri momenti? Mi dispiace ma io non posso e non voglio discriminare, né le persone che usano questa tecnica, liberissime di scegliere come gestire la propria vita, purché questo non voglia dire causarmi stress, specie ingiustificato come nel caso di uscite rilassanti e di svago, e mi si ripeta ogni 10 minuti, sei pronto sei pronto? Se devo uscire voglio farlo in tutto relax! Cosi come non voglio discriminare gli altri minuti, gli altri secondi o qualunque altro’ attimo della mia vita che voglio godermi a pieno, riempendolo di attività e di cose da fare che potrebbero’ con grande probabilità causare un ritardo negli attimi di vita successivi. Ma diciamoci la verità, come diceva Tonino Carotone, il futuro è incerto, il presente è quello che conosciamo! Viviamolo tranquilli, godiamocelo! Che non mi si fraintenda, se domani mattina ci mettessimo a DISTRUGGERE TUTTI GLI OROLOGI e smettessimo totalmente di contare il tempo non so se il mondo sarebbe meglio o peggio. Immagino il caos con i treni e con gli aerei, o ancor peggio, il giorno di paga, quand'è? Boh!, facciamo che ti pago quando mi va’!  ma diciamoci la verità non ci piacerebbe provare? Non vorremmo tutti quanti che questo accadesse almeno per 1 mese all'anno. Ecco se potessi farlo io proclamerei il NONE TIME MONTH, un mese sabbatico
in cui ognuno può arrivare a l’ora che gli pare a lavoro e qualunque altro appuntamento, un mese in cui ognuno decide quanti anni a in base a quanti se ne sente e non in base a quella etichetta che tutti riconoscono che parte nel contare gli anni da quel giorno in cui sei nato e ti perseguita per tutta la tua vita. Che poi alla fine il compleanno è il giorno più brutto di tutta la vita per chi compie glia anni; si perché ti svegli la mattina e sai che quel giorno sarà in qualche modo speciale per te, e deve essere diverso dagli altri, per forza! Cosi inizi a chiederti come mai quella persona o quelle persone a cui tieni particolarmente non abbiano ancora chiamato, e anche come mai tu non ti ricordi di aver fatto gli auguri il giorno del loro compleanno (questo solo io). Inizi a pensare se per la tua età sei in regola con il meccanismo di vita ufficiale stabilito dal sistema sociale di vita organizzata in comunità di vari dimensioni, e ti chiedi se sei al passo con i tempo o se magari dovresti essere in un’altra posizione, tutte cose ben evitabili se solo si smettesse di contare il tempo! Per finire ci sarà il culmine della giornata in cui tutti ti faranno gli auguri e ti metteranno al centro dell’attenzione, magari chiedendoti un discorso che tu improvvisi in positivo, contro la tua stessa volontà, per evitare di annoiare gli ospiti. Il tempo è relativo, lo ha detto anche Einstein, come si puo’ dire di no a lui? Quello che lui spiegava ‘e che sostanzialmente il tempo va a due diverse velocità per  chi aspetta e per chi arriva, e che quindi dipende del tutto dalla percezione che noi umani ne facciamo. Per esempio paragoniamo due persone agli antipodi. Non so’: Papa’ Francesco e Vasco Rossi. Logicamente per loro due il tempo va a diverse velocità e anche se teoricamente più giovane, io credo che Vasco si senta ben più vecchio di Papà Francesco, solo per una sostanziale differenza in esperienze (non migliori o peggiori) ma semplicemente diverse, e per questo motivo in grado di trasmettere una sorta di relatività del tempo per la quale son sicuro che  il beato Checco non si sente cosi avanti negli anni. Insomma il mio messaggio vuole essere: “Se vogliamo essere liberi dovremo iniziare eliminando quelli elementi che ci hanno resi schiavi!” La misura, questo grado di analisi delle cose che consente termini di paragone a una sola variabile, non  tiene conto di  tanti altri fattori che dovrebbero influenzare la nostra vita e le nostre scelte, e per questo motivo per migliorare la nostra vita’ dovrebbe essere rivista e rivalutata. Vivete ogni vostro attimo della vostra vita, non solo i 18 anni, la laurea, la prima volta, il giorno in cui mi son comprato la macchina nuova.  


PS: Anche oggi ero in ritardo a lavoro. Non ci riesco è più forte di me. 

mercoledì 9 ottobre 2013

Abbittante del pianeta terra.

Ci sono due questioni che voglio affrontare: La prima parla di indipendenza, e la seconda parla di immigrati. Le voglio trattare assieme perché secondo me sono entrambe strettamente correlate. Il mio appello qui è a chiunque abbia un parere diverso, di non considerare la mia una presunzione a dare risposte, chi sono io per capire o spiegare questi problemi? Il mio è un invito a parlare apertamente a discutere per migliorare.  Dite: non sono razzista! Ma gli zingari mi stanno sulle palle! I Sardi a casa loro e cosi gli Zingari(haha) e i Marocchini! La Sardegna ai sardi, la Catalauna ai Catalani (se ce n’è rimasto qualcuno) e la Padania ai Padani. E’ semplice! Basta dirlo!  Ma condividendo una foto su facebook che parla di privilegi agli immigrati in Italia, o di come la lingua Sarda sia importantissima (scritto in Italiano) e di come la Cataluña paga le tasse per mantenere i disoccupati del sud della Spagna non è un buon modo . Ditelo ragionandoci affondo. Ditelo pensando a tutte le conseguenze che ci sarebbero se, la Sardegna fosse indipendente dallo stato Italiano, e se noi non parlassimo Italiano, se tutti gli Immigrati presenti in Italia fossero espulsi e se tutti gli Stranieri andassero via da Barcellona. Se ci chiudessimo completamente in questo nostro mondo “ ideale” di quanto migliorerebbe la nostra vita? Ricordo soprattutto ai miei conterranei, che vanno a comprare il pane la mattina - con una macchina Francese, che usa petrolio Libico, prodotta in Slovacchia, da immigrati Rumeni, con materiali Tedeschi lavorati in Cina, - che se non fosse per questi fenomeni di globalizzazione e di incontro e scambio tra nazioni, sarebbe davvero difficile reggere il nostro  tanto amato “stile di vita occidentale”. Quindi se volete parlare solo in sardo se volete che nessuno vi “rubi il lavoro” (come dicono i Catalani nei confronti degli stranieri) allora iniziate a pensare alle risorse che avete in loco. Esattamente cosa pensate di fare estrarre il carbone? O si creerebbe una centrale nucleare in Sardegna? Molti di voi penseranno che basterebbe l’eolico o il fotovoltaico. Informatevi.  Se non fossimo parte dell’Italia, grandi infrastrutture come la S.S131 avrebbero avuto non poche difficoltà a realizzarsi, per non parlare dell’istruzione e del sistema giuridico, che sarebbe probabilmente ancora basato sul codice Barbaricino. E’ facile stare a lamentarsi di tutto e di tutti, più difficile è pensare realmente al problema e a come lo si può risolvere. Ora che non mi si fraintenda, il Sardo è importantissimo, ma solo noi stessi possiamo preservarlo semplicemente insegnandolo ai nostri figli e non vergognandoci della nostra identità esattamente come dovrebbero fare i Catalani. Non sarà l’indipendenza dall’Italia a garantire questo, come non sara’ l’indipendenza della Padania a garantire ai Padani un futuro prospero e felice. Dobbiamo smetterla di considerare la vita degli altri come di intralcio o un capro espiatorio per i nostri problemi, chi non sta bene è il singolo individuo, solo lui può cambiare la sua stessa vita e cosi quella della comunità in cui vive. Se non mi piace che i Pakistani non riciclano la plastica, quando ne vedo uno che la butta nel bidone sbagliato glielo dico. Se il Cinese mi vende qualcosa che si rompe gliela rendo o glielo faccio pesare esattamente come fare con un altro negoziante. E’ l’integrazione non la divisione che garantisce il miglioramento della società. Canada.  Ed ora mi sposto verso gli immigrati. Iniziamo dai Cinesi (in cui spesso si includono Coreani, Mongoli, Giapponesi,)ma tanto per noi son tutti uguali.  Mi sento male quando vedo quanti negozi: Ristoranti, ma anche Frutta e verdura, Alimentari, Telefonia, Fiorerie etc . sono di proprietà di stranieri qui a Barcellona. Se lo stesso succedesse a Orroli (dove son cresciuto io) mi metterei a gridare, probabilmente impazzirei, dove sono la gente che ha sempre abitato qui perché hanno venduto tutto agli stranieri?  Poi scopri, che molti locali continuano ad essere di proprietà di Catalani, che affittano agli stranieri a 700 euro al mese, mentre in casa magari hanno 2 figli disoccupati che pero non riescono ad essere competitivi nel mercato, perché non vogliono lavorare il sabato ella domenica, chiudono nettamente prima dei Pakistani, e non riuscirebbero a vivere con un salario cosi basso. I negozi dei Pakistani del Raval sono aperti dalle 9 alle 11 tutti i giorni 365 giorni all’anno, anche quando per noi è natale e quando per loro c’è il Ramadan. Questa gente non perde una giornata! I prezzi sono minimi, e per fare un esempio un taglio uomo costa 4€ e non mi hanno mai fatto peggio di altri barbieri da 15€. Io dico questa gente viene qui con una fame e una voglia di lavorare che gli consente di non considerare il tempo libero. Per loro la migliore cosa che possono fare è lavorare tutto il giorno. Non sentono il riposo come un bisogno. La vita di lavoro 14 ore al giorno è il massimo che possono ottenere dalla vita rispetto a quanto avevano prima!  Come possiamo dirgli andatevene!? E poi questi servizi chi gli svolge? I Catalani, come gli Italiani i Sardi ed in generale gli Europei sono troppo fighi per lavorare in un panificio dove la baguette costa 0,50cent. Loro vogliono il lavoro in ufficio, la macchina a 18 anni e i jeans e le scarpe firmate. E se non ce la fanno tornano da papa’ e mamma che gli mantengono riempendoli di carezze e disperandosi con loro per giustificare cosa accade. Io dico a chiunque indipendentista, razzista, o anche semplicemente chi pensa: “ comunque se non ci fossero loro ci sarebbe più lavoro per noi!” pensa bene!! Quanta gente tra di noi farebbe i lavori che fanno loro? Quanti Catalani farebbero il lavoro che fa’ (una ragazza che conosco io) dieci ore in piedi davanti a un ristorante, con la gente che ti stressa e ti prende in giro, perché alla fine loro sono qui in vacanza, solo per convincerti a bere o mangiare qualcosa? E ancora, cosa succederebbe a Barcelona se domani mattina tutti gli stranieri andassero via? Cosa succederebbe se in Padania restassero solo i veri padani? Non sarebbe forse un territorio fantasma. Smettetela di rifugiarvi nelle scuse di immigrati che vi rubano lavoro o di pensare che questa carità (come quella realmente sentita dei cittadini di Lampedusa) sia la carità che limita l’Italia o qualunque altro paese ad uscire dalla crisi. Noi siamo i soli responsabili. Noi dobbiamo rimboccarci le maniche e trovare idee per andare avanti e fare un mondo migliore, indipendentemente che si lavoro molto o poco, ed indipendentemente che siamo tutti Italiani, Sardi, Cinesi, Rossi, Neri, o Catalani.  Io non sono solo Sardo Italiano o europeo, sono un uomo. Penso e vivo. E fino a quando rispetto gli altri non vedo perché non mi deve essere garantita questa dignità ovunque io sia nel pianeta terra. 

domenica 8 settembre 2013

Scimmie Razziste

C’era una volta una scimmia che decise di abbandonare gli alberi ed iniziare camminare sulla terra. Ma questo avvenne circa dieci milioni di anni fa’, ormai e’ difficile ricordarlo. Cosi le scimmie si son dimenticate di quando abitavano sugli alberi e infatti preferiscono camminare per le vie del centro, ogni tanto si lamentano di quello che le altre scimmie fanno e ad un livello estremo arrivano addirittura ad odiarsi gli uni con gli altri facendosi la guerra. Un motivo di odio tra noi umani, oltre a quello ridicolo della religione è il colore della nostra pelle. Attraverso Bob Marley a John Lennon, passando per Gandhi e gli altri grandi profeti la gente ha moralmente interiorizzato l’idea che il razzismo è qualcosa di sostanzialmente sbagliato e che dichiararsi apertamente razzisti è grave e sconcertante nella maggior parte delle culture moderne, incluse molte culture Asiatiche e Africane. Detto cio’ rimane il fatto che, non hai una sola persona che in un qualche modo, anche involontariamente non si metta al disopra degli altri o come portatore di una verita’ piu’ vera e giusta e che quindi lo rende migliore a partire dal sottoscritto. Spesso ho discriminato i Cagliaritani. Mi dispiace. Ho amici e parenti a Cagliari, ma  considerandoli pressoche’ gente erroneamente emancipata, e quindi piu’ lontani da quelli che io considero valori importanti per la vita, come il mangiare sano, la famiglia, e il non stress, ho fatto considerazioni negative che non hanno niente a che vedere con Cagliaritano o Maurritano in senso stretto. Per esempio l’altro giorno qui a Barcelona entra in un bar un ragazzo (molto bianco) di evidenti origini anglosassoni, e indovinate voi cosa indosava? La maglietta del Cagliari. NON CI CREDO. Per me era un eroe, dovevo offrirgli da bere. Cosi dico al barrista che il primo giro lo pago io.  Poi scopro che è in compagnia di un collega di Cagliari e in lei rivedo quella calma piatta, quella sorta di indifferenza che da quasi per scontato il mio gesto e che lo considera antiquato, di una persona che viene da una sardegna di un’altro tempo e che in qualche modo oggi giorno è innecessario. Insomma mi considera inferiore? Non esattamente in fondo io e lei siamo entrambi sardi, la nostra pelle è pressochè uguale eppure non c’e’ questa grande intesa, questa stima reciproca che invece provo per “l’omino bianco”, che è in realtà è Irlandese e culturalmente molto più distante da me. Insomma il razzismo alla fine non ha niente a che vedere con la nostra pelle, parte da concezioni ben più profonde che vanno dall’attegiamento e dal comportamento in determinate situazioni, ed è generato da una sorta di campanilismo umano,  vivo un po’ in tutte le società e culture a tutti i livelli, ed è inasprito da condizioni economiche e sociali. Il razzismo è visibile nelle micro culture come gli Orrolesi contro i Nurresi (amici per la pelle all’estero) fino ad arrivare a regioni (La Sardegna contro l’Italia o la Cataluna contro la Spagna, I Lombardi contro i Laziali e Campani contro i Sardi) e religioni o continenti interi (I Cinesi contro il resto del mondo). Siamo tutti in qualche modo razzisti e vittime di razzismo e allo stesso tempo incapaci di pensare che in realta’ non ci dovrebbero essere Nazioni, o razze o confini, ci sono infatti semplicemente PERSONE indipendentemente dal colore della pelle, SIAMO SCIMMIE CHE CAMMINANO SULLA TERRA FERMA.

Per esempio prendiamo l’Italia. C’e’ gente che ancora oggi considera il Sud ed il Nord due diverse regioni e diciamoci la verita’ è un po’ cosi. Ma alla fine pensateci bene l’Italia che cos’e’? Una terra distribuita in lungo dove si incontrano frutti e ortaggi che crescono a tutte le altitudini e ad un enorme varieta’ di climi, garantendo per esempio la varieta’ e quindi la straordinarieta’ della cucina che ci ha resi famosi in tutto il mondo. E cosi se non fosse per i limoni Siciliani, i vini Toscani, le mozzarelle Napolotane, Il pecorino Sardo e le mele Venete non saremmo l’Italia che siamo. Difronte a questa grandezza ineluttabile che è la natura a nostra disposizione come potete ostinarvi a sentirvi diversi? Lo stesso vale per le salsicce di Orgosolo, e le Launedas di Muravera e le pianure del campidano, siamo il risultato di un unione, è questo mix che ci rende migliori, come disse una volta un grande leader: “Ognuno di noi da solo non vale nulla”. Perché ci ostiniamo a dividerci?  Cosi, io mi appello a quelle grandi personalita’ che hanno reso il mondo migliore in tutte le nazioni. Personalita’ come Albert Einstein (Austriaco), Antonio Meucci(Italiano), Confucio (Cinese), Mohammed Ali ( USA), ma anche tanti personaggi che purtroppo non conosco, o non si conoscono perché le loro opere sono il risultato del lavoro di tante persone e comunità, come chi ha inventato i numeri o la matematica (Arabi). Mi sapete dire chi meglio di tutti ha creato o inventato qualcosa che ha migliorato la vita degli esseri umani in totale? E chi invece l’ha peggiorata? Ognuno di noi puo’ dare davvero una spinta straordinaria al miglioramento del pianeta e della nostra societa’ ma dobbiamo abbandonare queste idee vecchie e antiquate, questi antichi preconcetti che si sono sviluppati con l’evoluzione e oggi sono un limite alla evoluzione stessa. Provate quindi a tornare indietro di dieci milioni di anni, immaginatevi quelle scimmie che camminano sulle praterie Africane, che si ostinano a spingersi più in là, i primi veri uomini e donne coraggiosi. Si consideravano davvero superiori?  Chi ha bisogno di considerarsi migliore e quindi diverso è la vera vittima, non di razzismo ma di ignoranza perché non ha capito che siamo tutti solo ed esclusivamente scimmie.

mercoledì 28 agosto 2013

Something for the world...

I am going to write something in English. I will write in English because I am talking to the world. You know it has been a while and I have been doing a lot of thinking and much is going on, that I really want say something. I think people should do this more often. Thinking, telling what they feel to a piece of paper, making other people read it, listen to what they think about it. This is gives me a balance, brings me some kind of equilibrium. In the end we are always growing up, we are constantly learning.  There is so much about life I don’t know, that I would almost like to stop random people in the street and ask them for advice. Is like I feel each one of them could teach me something, no matter what. Obviously many would give out to me, the reaction of each one of us in front of our life is generally as negative as the news have been in the last few months:  unemployment, corruption, parochialism, bad politicians, revolutions, dead people.  I would hear things like: The weather is no longer the same (today it’s raining in Barcelona), life is no longer the same, the world is no longer the same. Many of them would think I am crazy.  But then again aren’t we all? When I see every day life, here in Raval I have the feeling to be looking at a movie with no protagonist. A movie with no specific location or scenography or story, everything can happen to anyone.  There is so much going on in everyone life and at the same time nothing is really happening. We never get the chance to stop and really feel that exact moment. We are always going somewhere and we are always doing something. For example: You know I am happy? Yes. I think I am very happy. I am going to be 30 soon, I have a fantastic girlfriend I am thinking of buying a house with her. I know there has been a lot of time when I was grumpy and I complain about stuff, but what else would I really need? We are healthy, we have jobs, we have people that love us, although we don’t see them very often, we can always plan trips and holidays together. I would like to ask the same question to that over 60 years old builder I saw this evening, crossing the street with 2 bags of cement, while people are walking easy around.  Shopping, looking at the windows, they didn’t bother to let him pass by. I want to ask the same question to the over 60 years old men bringing the tanks of water to our office, every single day. How is normal people life going? Are you happy? Do you have the life you deserve? Where you able to pick the right destiny for you at 30? Do we really have a choice, or is more like life is choosing for us rather than the other way around?  

So I take this moment, where I look at the world, with all these issues, with all this frivolity (is that English?) and I think, are we doing the right thing? How are we going to be in 30 years? What will my children think at my age? Am I going to give them the right education? Will I teach them to let pass people that are working or would I spoil them with the shopping and the window watching?   I am sorry to disappoint all those people I never met on the street, but I don’t think the world has changed much. I think we always had gays, paedophiles, rain in august, people abusing animals, people abusing people, we always had bad politicians and other “wrong” stuff, but we didn’t know about it. Today we get to know on Facebook that Putin (Russia’s President) is planning to attack Saudi Arabia if the US will attack Syria. But no one is panicking on the street!?! Fifty, Sixty years old from now, the exact same news may have caused migration and hysteria in many countries, but today is not like that. A third world war? That is unconsciously unthinkable by most of people living in the western world. Why would I want to go on a war? We are not invading anybody we are not being invaded. I imagine the reaction of most of young people with the big mosquito D&G glasses, their pants showing their arse and the latest hair style, about such announcement:  “war? Uh-uh! Not happening!” What would government do? Put them in prison? That would be a great school for them. Comments after one year: “I had the best time of my life! I am sorry for being so cynic, but I am exactly this: Cynic the result of the society where I lived in the last 30 years and where I was been taught to be independent from the society.  Not enough, I am very happy! Yes, I am. Because everything is going in the right direction: The global warming is a well known and studied phenomenon, men has invented and is investigating clean energy, people are always more respectful for animals, there is more consciousness about other people cultures and religions, there is more consciousness about religions, we know about added sugar in our food, we know about animals living in Africa, we know why Chinese have their small eyes, and where the world “burqa” comes from. There is a real and alive wake up movement that is completely changing the world, and we are all part of it. If I didn’t see videos of people sleeping in the parliament office, if I didn’t see pictures of politicians going with prostitutes and spending public money for them, than I should be worry. If Putin declaration was causing hysteria and panic I should be worry, if the old builder didn’t smile at me I should be worry, if the different people in the street where constantly fighting and arguing about their religion and culture I should be worry, If in Turkey in Egypt and in Syria there was no opposite movement, if nothing was happening than I should be worry.  But normal people don’t plan attacks don’t go on a war, they live together peacefully because they know is the best for all. Normal people go over religion and they know exactly what’s the right thing to do is and to teach to their own children, and this doesn’t matter in which country is happening. So I am happy, because I believe in people. Because I believe in men kind as a really more intelligent animal.  And if there is always someone thinking differently, if there is someone listening to a different prospective, and if we have the guts to say what we think to the others. No matter how long it will take, I am happy, because I know we are going in the right direction.