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mercoledì 9 ottobre 2013

Abbittante del pianeta terra.

Ci sono due questioni che voglio affrontare: La prima parla di indipendenza, e la seconda parla di immigrati. Le voglio trattare assieme perché secondo me sono entrambe strettamente correlate. Il mio appello qui è a chiunque abbia un parere diverso, di non considerare la mia una presunzione a dare risposte, chi sono io per capire o spiegare questi problemi? Il mio è un invito a parlare apertamente a discutere per migliorare.  Dite: non sono razzista! Ma gli zingari mi stanno sulle palle! I Sardi a casa loro e cosi gli Zingari(haha) e i Marocchini! La Sardegna ai sardi, la Catalauna ai Catalani (se ce n’è rimasto qualcuno) e la Padania ai Padani. E’ semplice! Basta dirlo!  Ma condividendo una foto su facebook che parla di privilegi agli immigrati in Italia, o di come la lingua Sarda sia importantissima (scritto in Italiano) e di come la Cataluña paga le tasse per mantenere i disoccupati del sud della Spagna non è un buon modo . Ditelo ragionandoci affondo. Ditelo pensando a tutte le conseguenze che ci sarebbero se, la Sardegna fosse indipendente dallo stato Italiano, e se noi non parlassimo Italiano, se tutti gli Immigrati presenti in Italia fossero espulsi e se tutti gli Stranieri andassero via da Barcellona. Se ci chiudessimo completamente in questo nostro mondo “ ideale” di quanto migliorerebbe la nostra vita? Ricordo soprattutto ai miei conterranei, che vanno a comprare il pane la mattina - con una macchina Francese, che usa petrolio Libico, prodotta in Slovacchia, da immigrati Rumeni, con materiali Tedeschi lavorati in Cina, - che se non fosse per questi fenomeni di globalizzazione e di incontro e scambio tra nazioni, sarebbe davvero difficile reggere il nostro  tanto amato “stile di vita occidentale”. Quindi se volete parlare solo in sardo se volete che nessuno vi “rubi il lavoro” (come dicono i Catalani nei confronti degli stranieri) allora iniziate a pensare alle risorse che avete in loco. Esattamente cosa pensate di fare estrarre il carbone? O si creerebbe una centrale nucleare in Sardegna? Molti di voi penseranno che basterebbe l’eolico o il fotovoltaico. Informatevi.  Se non fossimo parte dell’Italia, grandi infrastrutture come la S.S131 avrebbero avuto non poche difficoltà a realizzarsi, per non parlare dell’istruzione e del sistema giuridico, che sarebbe probabilmente ancora basato sul codice Barbaricino. E’ facile stare a lamentarsi di tutto e di tutti, più difficile è pensare realmente al problema e a come lo si può risolvere. Ora che non mi si fraintenda, il Sardo è importantissimo, ma solo noi stessi possiamo preservarlo semplicemente insegnandolo ai nostri figli e non vergognandoci della nostra identità esattamente come dovrebbero fare i Catalani. Non sarà l’indipendenza dall’Italia a garantire questo, come non sara’ l’indipendenza della Padania a garantire ai Padani un futuro prospero e felice. Dobbiamo smetterla di considerare la vita degli altri come di intralcio o un capro espiatorio per i nostri problemi, chi non sta bene è il singolo individuo, solo lui può cambiare la sua stessa vita e cosi quella della comunità in cui vive. Se non mi piace che i Pakistani non riciclano la plastica, quando ne vedo uno che la butta nel bidone sbagliato glielo dico. Se il Cinese mi vende qualcosa che si rompe gliela rendo o glielo faccio pesare esattamente come fare con un altro negoziante. E’ l’integrazione non la divisione che garantisce il miglioramento della società. Canada.  Ed ora mi sposto verso gli immigrati. Iniziamo dai Cinesi (in cui spesso si includono Coreani, Mongoli, Giapponesi,)ma tanto per noi son tutti uguali.  Mi sento male quando vedo quanti negozi: Ristoranti, ma anche Frutta e verdura, Alimentari, Telefonia, Fiorerie etc . sono di proprietà di stranieri qui a Barcellona. Se lo stesso succedesse a Orroli (dove son cresciuto io) mi metterei a gridare, probabilmente impazzirei, dove sono la gente che ha sempre abitato qui perché hanno venduto tutto agli stranieri?  Poi scopri, che molti locali continuano ad essere di proprietà di Catalani, che affittano agli stranieri a 700 euro al mese, mentre in casa magari hanno 2 figli disoccupati che pero non riescono ad essere competitivi nel mercato, perché non vogliono lavorare il sabato ella domenica, chiudono nettamente prima dei Pakistani, e non riuscirebbero a vivere con un salario cosi basso. I negozi dei Pakistani del Raval sono aperti dalle 9 alle 11 tutti i giorni 365 giorni all’anno, anche quando per noi è natale e quando per loro c’è il Ramadan. Questa gente non perde una giornata! I prezzi sono minimi, e per fare un esempio un taglio uomo costa 4€ e non mi hanno mai fatto peggio di altri barbieri da 15€. Io dico questa gente viene qui con una fame e una voglia di lavorare che gli consente di non considerare il tempo libero. Per loro la migliore cosa che possono fare è lavorare tutto il giorno. Non sentono il riposo come un bisogno. La vita di lavoro 14 ore al giorno è il massimo che possono ottenere dalla vita rispetto a quanto avevano prima!  Come possiamo dirgli andatevene!? E poi questi servizi chi gli svolge? I Catalani, come gli Italiani i Sardi ed in generale gli Europei sono troppo fighi per lavorare in un panificio dove la baguette costa 0,50cent. Loro vogliono il lavoro in ufficio, la macchina a 18 anni e i jeans e le scarpe firmate. E se non ce la fanno tornano da papa’ e mamma che gli mantengono riempendoli di carezze e disperandosi con loro per giustificare cosa accade. Io dico a chiunque indipendentista, razzista, o anche semplicemente chi pensa: “ comunque se non ci fossero loro ci sarebbe più lavoro per noi!” pensa bene!! Quanta gente tra di noi farebbe i lavori che fanno loro? Quanti Catalani farebbero il lavoro che fa’ (una ragazza che conosco io) dieci ore in piedi davanti a un ristorante, con la gente che ti stressa e ti prende in giro, perché alla fine loro sono qui in vacanza, solo per convincerti a bere o mangiare qualcosa? E ancora, cosa succederebbe a Barcelona se domani mattina tutti gli stranieri andassero via? Cosa succederebbe se in Padania restassero solo i veri padani? Non sarebbe forse un territorio fantasma. Smettetela di rifugiarvi nelle scuse di immigrati che vi rubano lavoro o di pensare che questa carità (come quella realmente sentita dei cittadini di Lampedusa) sia la carità che limita l’Italia o qualunque altro paese ad uscire dalla crisi. Noi siamo i soli responsabili. Noi dobbiamo rimboccarci le maniche e trovare idee per andare avanti e fare un mondo migliore, indipendentemente che si lavoro molto o poco, ed indipendentemente che siamo tutti Italiani, Sardi, Cinesi, Rossi, Neri, o Catalani.  Io non sono solo Sardo Italiano o europeo, sono un uomo. Penso e vivo. E fino a quando rispetto gli altri non vedo perché non mi deve essere garantita questa dignità ovunque io sia nel pianeta terra. 

domenica 8 settembre 2013

Scimmie Razziste

C’era una volta una scimmia che decise di abbandonare gli alberi ed iniziare camminare sulla terra. Ma questo avvenne circa dieci milioni di anni fa’, ormai e’ difficile ricordarlo. Cosi le scimmie si son dimenticate di quando abitavano sugli alberi e infatti preferiscono camminare per le vie del centro, ogni tanto si lamentano di quello che le altre scimmie fanno e ad un livello estremo arrivano addirittura ad odiarsi gli uni con gli altri facendosi la guerra. Un motivo di odio tra noi umani, oltre a quello ridicolo della religione è il colore della nostra pelle. Attraverso Bob Marley a John Lennon, passando per Gandhi e gli altri grandi profeti la gente ha moralmente interiorizzato l’idea che il razzismo è qualcosa di sostanzialmente sbagliato e che dichiararsi apertamente razzisti è grave e sconcertante nella maggior parte delle culture moderne, incluse molte culture Asiatiche e Africane. Detto cio’ rimane il fatto che, non hai una sola persona che in un qualche modo, anche involontariamente non si metta al disopra degli altri o come portatore di una verita’ piu’ vera e giusta e che quindi lo rende migliore a partire dal sottoscritto. Spesso ho discriminato i Cagliaritani. Mi dispiace. Ho amici e parenti a Cagliari, ma  considerandoli pressoche’ gente erroneamente emancipata, e quindi piu’ lontani da quelli che io considero valori importanti per la vita, come il mangiare sano, la famiglia, e il non stress, ho fatto considerazioni negative che non hanno niente a che vedere con Cagliaritano o Maurritano in senso stretto. Per esempio l’altro giorno qui a Barcelona entra in un bar un ragazzo (molto bianco) di evidenti origini anglosassoni, e indovinate voi cosa indosava? La maglietta del Cagliari. NON CI CREDO. Per me era un eroe, dovevo offrirgli da bere. Cosi dico al barrista che il primo giro lo pago io.  Poi scopro che è in compagnia di un collega di Cagliari e in lei rivedo quella calma piatta, quella sorta di indifferenza che da quasi per scontato il mio gesto e che lo considera antiquato, di una persona che viene da una sardegna di un’altro tempo e che in qualche modo oggi giorno è innecessario. Insomma mi considera inferiore? Non esattamente in fondo io e lei siamo entrambi sardi, la nostra pelle è pressochè uguale eppure non c’e’ questa grande intesa, questa stima reciproca che invece provo per “l’omino bianco”, che è in realtà è Irlandese e culturalmente molto più distante da me. Insomma il razzismo alla fine non ha niente a che vedere con la nostra pelle, parte da concezioni ben più profonde che vanno dall’attegiamento e dal comportamento in determinate situazioni, ed è generato da una sorta di campanilismo umano,  vivo un po’ in tutte le società e culture a tutti i livelli, ed è inasprito da condizioni economiche e sociali. Il razzismo è visibile nelle micro culture come gli Orrolesi contro i Nurresi (amici per la pelle all’estero) fino ad arrivare a regioni (La Sardegna contro l’Italia o la Cataluna contro la Spagna, I Lombardi contro i Laziali e Campani contro i Sardi) e religioni o continenti interi (I Cinesi contro il resto del mondo). Siamo tutti in qualche modo razzisti e vittime di razzismo e allo stesso tempo incapaci di pensare che in realta’ non ci dovrebbero essere Nazioni, o razze o confini, ci sono infatti semplicemente PERSONE indipendentemente dal colore della pelle, SIAMO SCIMMIE CHE CAMMINANO SULLA TERRA FERMA.

Per esempio prendiamo l’Italia. C’e’ gente che ancora oggi considera il Sud ed il Nord due diverse regioni e diciamoci la verita’ è un po’ cosi. Ma alla fine pensateci bene l’Italia che cos’e’? Una terra distribuita in lungo dove si incontrano frutti e ortaggi che crescono a tutte le altitudini e ad un enorme varieta’ di climi, garantendo per esempio la varieta’ e quindi la straordinarieta’ della cucina che ci ha resi famosi in tutto il mondo. E cosi se non fosse per i limoni Siciliani, i vini Toscani, le mozzarelle Napolotane, Il pecorino Sardo e le mele Venete non saremmo l’Italia che siamo. Difronte a questa grandezza ineluttabile che è la natura a nostra disposizione come potete ostinarvi a sentirvi diversi? Lo stesso vale per le salsicce di Orgosolo, e le Launedas di Muravera e le pianure del campidano, siamo il risultato di un unione, è questo mix che ci rende migliori, come disse una volta un grande leader: “Ognuno di noi da solo non vale nulla”. Perché ci ostiniamo a dividerci?  Cosi, io mi appello a quelle grandi personalita’ che hanno reso il mondo migliore in tutte le nazioni. Personalita’ come Albert Einstein (Austriaco), Antonio Meucci(Italiano), Confucio (Cinese), Mohammed Ali ( USA), ma anche tanti personaggi che purtroppo non conosco, o non si conoscono perché le loro opere sono il risultato del lavoro di tante persone e comunità, come chi ha inventato i numeri o la matematica (Arabi). Mi sapete dire chi meglio di tutti ha creato o inventato qualcosa che ha migliorato la vita degli esseri umani in totale? E chi invece l’ha peggiorata? Ognuno di noi puo’ dare davvero una spinta straordinaria al miglioramento del pianeta e della nostra societa’ ma dobbiamo abbandonare queste idee vecchie e antiquate, questi antichi preconcetti che si sono sviluppati con l’evoluzione e oggi sono un limite alla evoluzione stessa. Provate quindi a tornare indietro di dieci milioni di anni, immaginatevi quelle scimmie che camminano sulle praterie Africane, che si ostinano a spingersi più in là, i primi veri uomini e donne coraggiosi. Si consideravano davvero superiori?  Chi ha bisogno di considerarsi migliore e quindi diverso è la vera vittima, non di razzismo ma di ignoranza perché non ha capito che siamo tutti solo ed esclusivamente scimmie.