Ci sono due
questioni che voglio affrontare: La prima parla di indipendenza, e la seconda
parla di immigrati. Le voglio trattare assieme perché secondo me sono entrambe
strettamente correlate. Il mio appello qui è a chiunque abbia un parere diverso,
di non considerare la mia una presunzione a dare risposte, chi sono io per capire
o spiegare questi problemi? Il mio è un invito a parlare apertamente a discutere
per migliorare. Dite: non sono razzista!
Ma gli zingari mi stanno sulle palle! I Sardi a casa loro e cosi gli Zingari(haha)
e i Marocchini! La Sardegna ai sardi, la Catalauna ai Catalani (se ce n’è
rimasto qualcuno) e la Padania ai Padani. E’ semplice! Basta dirlo! Ma condividendo una foto su facebook che parla
di privilegi agli immigrati in Italia, o di come la lingua Sarda sia
importantissima (scritto in Italiano) e di come la Cataluña paga le tasse per
mantenere i disoccupati del sud della Spagna non è un buon modo . Ditelo
ragionandoci affondo. Ditelo pensando a tutte le conseguenze che ci sarebbero
se, la Sardegna fosse indipendente dallo stato Italiano, e se noi non
parlassimo Italiano, se tutti gli Immigrati presenti in Italia fossero espulsi
e se tutti gli Stranieri andassero via da Barcellona. Se ci chiudessimo
completamente in questo nostro mondo “ ideale” di quanto migliorerebbe la
nostra vita? Ricordo soprattutto ai miei conterranei, che vanno a comprare il
pane la mattina - con una macchina Francese, che usa petrolio Libico, prodotta
in Slovacchia, da immigrati Rumeni, con materiali Tedeschi lavorati in Cina, -
che se non fosse per questi fenomeni di globalizzazione e di incontro e scambio
tra nazioni, sarebbe davvero difficile reggere il nostro tanto amato “stile di vita occidentale”.
Quindi se volete parlare solo in sardo se volete che nessuno vi “rubi il lavoro”
(come dicono i Catalani nei confronti degli stranieri) allora iniziate a pensare
alle risorse che avete in loco. Esattamente cosa pensate di fare estrarre il
carbone? O si creerebbe una centrale nucleare in Sardegna? Molti di voi
penseranno che basterebbe l’eolico o il fotovoltaico. Informatevi. Se non fossimo parte dell’Italia, grandi
infrastrutture come la S.S131 avrebbero avuto non poche difficoltà a realizzarsi,
per non parlare dell’istruzione e del sistema giuridico, che sarebbe
probabilmente ancora basato sul codice Barbaricino. E’ facile stare a
lamentarsi di tutto e di tutti, più difficile è pensare realmente al problema e
a come lo si può risolvere. Ora che non mi si fraintenda, il Sardo è
importantissimo, ma solo noi stessi possiamo preservarlo semplicemente
insegnandolo ai nostri figli e non vergognandoci della nostra identità
esattamente come dovrebbero fare i Catalani. Non sarà l’indipendenza dall’Italia
a garantire questo, come non sara’ l’indipendenza della Padania a garantire ai
Padani un futuro prospero e felice. Dobbiamo smetterla di considerare la vita
degli altri come di intralcio o un capro espiatorio per i nostri problemi, chi
non sta bene è il singolo individuo, solo lui può cambiare la sua stessa vita e
cosi quella della comunità in cui vive. Se non mi piace che i Pakistani non riciclano
la plastica, quando ne vedo uno che la butta nel bidone sbagliato glielo dico. Se
il Cinese mi vende qualcosa che si rompe gliela rendo o glielo faccio pesare
esattamente come fare con un altro negoziante. E’ l’integrazione non la
divisione che garantisce il miglioramento della società. Canada. Ed ora mi sposto verso gli immigrati. Iniziamo
dai Cinesi (in cui spesso si includono Coreani, Mongoli, Giapponesi,)ma tanto
per noi son tutti uguali. Mi sento male
quando vedo quanti negozi: Ristoranti, ma anche Frutta e verdura, Alimentari,
Telefonia, Fiorerie etc . sono di proprietà di stranieri qui a Barcellona. Se
lo stesso succedesse a Orroli (dove son cresciuto io) mi metterei a gridare,
probabilmente impazzirei, dove sono la gente che ha sempre abitato qui perché
hanno venduto tutto agli stranieri? Poi
scopri, che molti locali continuano ad essere di proprietà di Catalani, che
affittano agli stranieri a 700 euro al mese, mentre in casa magari hanno 2
figli disoccupati che pero non riescono ad essere competitivi nel mercato, perché
non vogliono lavorare il sabato ella domenica, chiudono nettamente prima dei
Pakistani, e non riuscirebbero a vivere con un salario cosi basso. I negozi dei
Pakistani del Raval sono aperti dalle 9 alle 11 tutti i giorni 365 giorni all’anno,
anche quando per noi è natale e quando per loro c’è il Ramadan. Questa gente
non perde una giornata! I prezzi sono minimi, e per fare un esempio un taglio
uomo costa 4€ e non mi hanno mai fatto peggio di altri barbieri da 15€. Io dico
questa gente viene qui con una fame e una voglia di lavorare che gli consente
di non considerare il tempo libero. Per loro la migliore cosa che possono fare è
lavorare tutto il giorno. Non sentono il riposo come un bisogno. La vita di
lavoro 14 ore al giorno è il massimo che possono ottenere dalla vita rispetto a
quanto avevano prima! Come possiamo dirgli
andatevene!? E poi questi servizi chi gli svolge? I Catalani, come gli Italiani
i Sardi ed in generale gli Europei sono troppo fighi per lavorare in un panificio
dove la baguette costa 0,50cent. Loro vogliono il lavoro in ufficio, la
macchina a 18 anni e i jeans e le scarpe firmate. E se non ce la fanno tornano
da papa’ e mamma che gli mantengono riempendoli di carezze e disperandosi con
loro per giustificare cosa accade. Io dico a chiunque indipendentista,
razzista, o anche semplicemente chi pensa: “ comunque se non ci fossero loro ci
sarebbe più lavoro per noi!” pensa bene!! Quanta gente tra di noi farebbe i
lavori che fanno loro? Quanti Catalani farebbero il lavoro che fa’ (una ragazza
che conosco io) dieci ore in piedi davanti a un ristorante, con la gente che ti
stressa e ti prende in giro, perché alla fine loro sono qui in vacanza, solo
per convincerti a bere o mangiare qualcosa? E ancora, cosa succederebbe a
Barcelona se domani mattina tutti gli stranieri andassero via? Cosa
succederebbe se in Padania restassero solo i veri padani? Non sarebbe forse un
territorio fantasma. Smettetela di rifugiarvi nelle scuse di immigrati che vi
rubano lavoro o di pensare che questa carità (come quella realmente sentita dei
cittadini di Lampedusa) sia la carità che limita l’Italia o qualunque altro
paese ad uscire dalla crisi. Noi siamo i soli responsabili. Noi dobbiamo rimboccarci
le maniche e trovare idee per andare avanti e fare un mondo migliore,
indipendentemente che si lavoro molto o poco, ed indipendentemente che siamo
tutti Italiani, Sardi, Cinesi, Rossi, Neri, o Catalani. Io non sono solo Sardo Italiano o europeo,
sono un uomo. Penso e vivo. E fino a quando rispetto gli altri non vedo perché
non mi deve essere garantita questa dignità ovunque io sia nel pianeta terra.
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mercoledì 9 ottobre 2013
domenica 8 settembre 2013
Scimmie Razziste
C’era una volta una scimmia che decise di abbandonare gli
alberi ed iniziare camminare sulla terra. Ma questo avvenne circa dieci milioni
di anni fa’, ormai e’ difficile ricordarlo. Cosi le scimmie si son dimenticate
di quando abitavano sugli alberi e infatti preferiscono camminare per le vie
del centro, ogni tanto si lamentano di quello che le altre scimmie fanno e ad
un livello estremo arrivano addirittura ad odiarsi gli uni con gli altri
facendosi la guerra. Un motivo di odio tra noi umani, oltre a quello ridicolo
della religione è il colore della nostra pelle. Attraverso Bob Marley a John Lennon,
passando per Gandhi e gli altri grandi profeti la gente ha moralmente
interiorizzato l’idea che il razzismo è qualcosa di sostanzialmente sbagliato e
che dichiararsi apertamente razzisti è grave e sconcertante nella maggior parte
delle culture moderne, incluse molte culture Asiatiche e Africane. Detto cio’ rimane il fatto che, non hai una sola persona che in un qualche modo,
anche involontariamente non si metta al disopra degli altri o come portatore di
una verita’ piu’ vera e giusta e che quindi lo rende migliore a partire dal
sottoscritto. Spesso ho discriminato i Cagliaritani. Mi dispiace. Ho amici e
parenti a Cagliari, ma considerandoli
pressoche’ gente erroneamente emancipata, e quindi piu’ lontani da quelli che
io considero valori importanti per la vita, come il mangiare sano, la famiglia,
e il non stress, ho fatto considerazioni negative che non hanno niente a che
vedere con Cagliaritano o Maurritano in senso stretto. Per esempio l’altro
giorno qui a Barcelona entra in un bar un ragazzo (molto bianco) di evidenti
origini anglosassoni, e indovinate voi cosa indosava? La maglietta del
Cagliari. NON CI CREDO. Per me era un eroe, dovevo offrirgli da bere. Cosi dico
al barrista che il primo giro lo pago io. Poi scopro che è in compagnia di un collega di
Cagliari e in lei rivedo quella calma piatta, quella sorta di indifferenza che da
quasi per scontato il mio gesto e che lo considera antiquato, di
una persona che viene da una sardegna di un’altro tempo e che in qualche modo
oggi giorno è innecessario. Insomma mi considera inferiore? Non esattamente in fondo io e lei siamo entrambi sardi, la nostra pelle è pressochè uguale eppure non c’e’ questa
grande intesa, questa stima reciproca che invece provo per “l’omino bianco”, che è in realtà è Irlandese e culturalmente molto più distante da me. Insomma
il razzismo alla fine non ha niente a che vedere con la nostra pelle, parte da
concezioni ben più profonde che vanno dall’attegiamento e dal comportamento in
determinate situazioni, ed è generato da una sorta di campanilismo umano, vivo un po’
in tutte le società e culture a tutti i livelli, ed è inasprito da condizioni economiche
e sociali. Il razzismo è visibile nelle micro culture come gli Orrolesi contro
i Nurresi (amici per la pelle all’estero) fino ad arrivare a regioni (La
Sardegna contro l’Italia o la Cataluna contro la Spagna, I Lombardi contro i
Laziali e Campani contro i Sardi) e religioni o continenti interi (I Cinesi
contro il resto del mondo). Siamo tutti in qualche modo razzisti e vittime di
razzismo e allo stesso tempo incapaci di pensare che in realta’ non ci
dovrebbero essere Nazioni, o razze o confini, ci sono infatti semplicemente PERSONE indipendentemente dal
colore della pelle, SIAMO SCIMMIE CHE CAMMINANO SULLA TERRA FERMA.
Per esempio prendiamo l’Italia. C’e’ gente che ancora oggi
considera il Sud ed il Nord due diverse regioni e diciamoci la verita’ è un po’
cosi. Ma alla fine pensateci bene l’Italia che cos’e’? Una terra distribuita in
lungo dove si incontrano frutti e ortaggi che crescono a tutte le altitudini e
ad un enorme varieta’ di climi, garantendo per esempio la varieta’ e quindi la
straordinarieta’ della cucina che ci ha resi famosi in tutto il mondo. E cosi
se non fosse per i limoni Siciliani, i vini Toscani, le mozzarelle Napolotane,
Il pecorino Sardo e le mele Venete non saremmo l’Italia che siamo. Difronte a
questa grandezza ineluttabile che è la natura a nostra disposizione come potete
ostinarvi a sentirvi diversi? Lo stesso vale per le salsicce di Orgosolo, e le
Launedas di Muravera e le pianure del campidano, siamo il risultato di un
unione, è questo mix che ci rende migliori, come disse una volta un grande
leader: “Ognuno di noi da solo non vale nulla”. Perché ci ostiniamo a
dividerci? Cosi, io mi appello a quelle
grandi personalita’ che hanno reso il mondo migliore in tutte le nazioni.
Personalita’ come Albert Einstein (Austriaco), Antonio Meucci(Italiano),
Confucio (Cinese), Mohammed Ali ( USA), ma anche tanti personaggi che purtroppo
non conosco, o non si conoscono perché le loro opere sono il risultato del lavoro
di tante persone e comunità, come chi ha inventato i numeri o la matematica (Arabi).
Mi sapete dire chi meglio di tutti ha creato o inventato qualcosa che ha
migliorato la vita degli esseri umani in totale? E chi invece l’ha peggiorata?
Ognuno di noi puo’ dare davvero una spinta straordinaria al miglioramento del pianeta e della nostra societa’ ma dobbiamo abbandonare queste idee
vecchie e antiquate, questi antichi preconcetti che si sono sviluppati con l’evoluzione
e oggi sono un limite alla evoluzione stessa. Provate quindi a tornare indietro
di dieci milioni di anni, immaginatevi quelle scimmie che camminano sulle
praterie Africane, che si ostinano a spingersi più in là, i primi veri uomini e
donne coraggiosi. Si consideravano davvero superiori? Chi ha bisogno di considerarsi migliore e quindi
diverso è la vera vittima, non di razzismo ma di ignoranza perché non ha capito
che siamo tutti solo ed esclusivamente scimmie.
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