mercoledì 28 dicembre 2011

Come possiamo salvarci!?!

E' una domanda che mi assilla da parecchio tempo ormai: Come possiamo salvarci?
Ho 28 anni, una laurea, una fantastica famiglia, una televisione, un telefonino e logicamente uno specchio specchio delle mie brame (PC) che ogni giorno mi da risposte molto deludenti sulla mia/nostra situazione. Situazione economica, "of course", perché di salute in realtà non me ne manca, ma... Siamo in CRISI, c'è la crisi, l'europa è in Crisi, l'America è indebitata, la Germania è brava il Giappone sta fallendo, la Cina ci mangerà vivi, il Brasile, il Mexico e l'India sono la speranza per il futuro. Ma perché? No dico... mio padre, mio nonno mio zio han dovuto fare al massimo 50 km per trovare un lavoro, hanno avuto modo di farsi una famiglia e ora si avvalgono della facoltà di condividere con noi sospiri e apprensioni per un futuro cosi incerto. Cosa è cambiato? Quando si parla della Sardegna il discorso è molto semplice, una piccola isola al centro del mediterraneo a bassa densità di popolazione  con spiagge bellissime in cui il godere tranquillità e pace, oltre il 40 % della popolazione residente ha più di 50 anni... cosa ci faccio? UN HOTEL. Risultato va molto bene per quei pochi furbi che hanno l'hotel in costa Smeralda etc non cosi tanto bene a chi vuol fare qualunque altra cosa. Di cosa si vive in Sardegna infatti? di Pensioni, certo.. gli hotel non bastano mica per tutti eh...
Estendendo il discorso all' Italia il risultato è molto simile. La popolazione si distribuisce nel seguente modo: (0- 20 anni) 18% del totale si tratta per lo più di studenti, di fatto sono ragazzini senza ambizioni, senza ideali e senza nessun interesse o prospettiva per il futuro che si parcheggiano dietro un banco scuola perché bene o male c'è sempre mamma che paga. (20-40 anni) rappresentano il  26% della popolazione si dividono tra eterni studenti, saltuari lavoratori, emigrati e hard workers. Gli eterni studenti sono i classici Piter Pan, probabilmente vengono da una famiglia di ceto medio alto, per loro la vita non è cambiata molto dalle scuole elementari al dottorato tutto ciò che hanno dovuto fare e studiare, la famiglia ha pensato a tutto il resto. Per l'economia globale sono lavoratori improduttivi e poco innovativi capaci di fare solo specifiche task e con un continuo bisogno di stimoli. I saltuari lavoratori e gli emigrati sono quelli che hanno un lavoro stagionale, spesso lavorano all'estero, si accontentano del call center, lavorano in nero, o percepiscono uno stipendio cosi ridotto da dover sempre e comunque condividere casa con babbo, mamma e spesso anche nonna e cane. L'assicurazione della macchina si paga con la tredicesima della pensione della nonna, e spesso per andare a cena fuori il sabato mamma passa qualche spicciolo sotto banco. Gli ultimi son gli hard worker, il sangue d' Italia,quei cari amati che pur dir star qui hanno 3 impieghi: 8 ore nel magazzino del centro commerciale, la sera fanno corsi di Kick boxing in palestra e la notte fanno compagnia ad un anziano. Arrivano cosi a 1200 euro al mese più 500 euro in nero, economicamente stanno bene ma non chiedergli di prendersi un caffè, se si fermano e' finita. (40-65 anni) Sono il 36% della popolazione questi sono la colonna vertebrale dell' Italia senza di loro saremmo persi. Chi sono? Impiegati, piccoli imprenditori, lavoratori autonomi, forze dell'ordine insegnanti, e ancora muratori, barbieri, elettricisti, marmisti meccanici ecc...sono i genitori di quei ventenni senza speranze. Il loro problema e' che anziché aver sempre comprato un pesce ai propri figli avrebbero dovuto insegnarli a pescare. Anziché aver sempre voluto che i propri figli studiassero avrebbero dovuto insegnarli un lavoro, anzi che pensare che la pensione della nonna sarebbe bastata per sempre avrebbero dovuto considerarla una aggiuntina da conservare. Dulcis in fundo (65- 100& più) sono i miei preferiti, i nonnini di Italia. Son quelli sempre pronti a sfornare parole di conforto e ad aiutare le famiglie con qualche soldo. Quelli che della crisi economica danno la colpa al cellulare e al computer. Si perché loro da piccoli a scuola non ci sono andati tanto, ma lavoravano, eppure tanto. Cosi un giorno dopo tanto lavoro gli e' stata data la pensione, giustamente dico io come si dovrebbero mantenere altrimenti?
C' e' un piccolo problema come fare a mantenere 13 milioni di anziani, e 18 milioni tra studenti e disoccupati in un paese di 60 milioni di persone? Per cercare di risolvere questo problema paragoniamo l' Italia ad una famiglia in cui ogni componente rappresenta dieci milioni di persone tre componenti della famiglia hanno un lavoro, e tre non ce l'hanno. Se per esempio tre componenti della famiglia fossero adulti e tre fossero bambini per sempre, questo sarebbe fattibile nel senso che basterebbe che ognuno di loro dividesse il proprio redditto con un bambino della famiglia ipotizzando che il redditto sia 3000 e il consumo dei bambini la meta degli adulti: 500 a testa. A complicarci la situazione pero c’e’ il fatto che gli adulti diventano nonni, e i bambini diventano adulti. Per farla breve: Al momento nella Famiglia Italia abbiamo un bambino piccolo, e due nonni che non possono lavorare. Nel frattempo c’e’ un papa che lavora ma che sta per andare in pensione una mamma che lavora saltuariamente (anche se cio’ accade raramente nella realta’ italiana) e un fratello maggiore che ha appena iniziato a lavorare. Sapendo che presto mamma e papa’ saranno nonni e avranno bisogno di una pensione, sapendo inoltre che nonno e nonna saranno ancora vivi come amministriamo le 3000  euro di reddito? Dobbiamo dare 1000 a nonno con nonna come pensione. Dobbiamo metterne un po’ da parte per quando mamma e papa saranno anziani e non potranno più lavorare 1000. Dovremmo darne un po da consumare al piccoletto perché possa crescere grande e farsi una famiglia 1000. Distribuendo cosi il reddito pero non abbiamo niente da consumare adesso. Cosa possiamo fare? Indebitarci? Nessuno vuol più prestar soldi all’ Italia, con questa distribuzione della popolazione c’e’ troppa probabilità che i soldi non tornino mai indietro. E allora? Come si fa? Di nuovo : COME POSSIAMO SALVARCI????
1)     Diamo meno ai nonni, e questo vuol dire a tutti i nonni: politici, senatori a vita, consiglieri regionali, sacerdoti, vescovi, Medici e Generali. Se hai più di 60 anni e sei in pensione la tua pensione dovrebbe essere sufficiente a vivere bene indipendentemente dal fatto che tu sia stato il generale della guardia di finanza o abbia spalato letame per 40 anni. Alla fine chi ha lavorato di piu’ infatti e’ il secondo ma entrambe hanno gli stessi bisogni, riposo, relax, e godersi la vita.
2)     Usiamo bene i soldi pubblici con investimenti produttivi :la scuola e’ la risorsa principale per una nazione non si può sperare in un futuro roseo quando gli investimenti in Ricerca e sviluppo sono sotto l’1% del PIL. E come se la nostra “Famiglia Italia” stesse conservando per il piccolo 30 euro su 3000 di reddito. Questo non puo’ bastare: In Italia si studia come si studiava 100 anni fa, nonostante google, nonostante wikipedia, nonostante il PC qui non e’ cambiato niente.  I prof Universitari sono come un elite’ del sapere che contrasta gli studenti anzi che aiutarli. Gli insegnanti sono sottopagati e schiacciati dalle continue pressioni della societa’ mentre il ruolo di educazione delle nuove generazioni sfugge sempre di più alle famiglie e passa sempre più alle istituzioni.
3)     Sprechi. Non si può sprecare. Creare una coscienza civica che non solo eviti lo spreco ma lo ammonisca lo penalizzi lo consideri un disastro sociale e un fatto grave e’ un dovere di tutti noi Italiani. Abbiamo bisogno non solo di sentirci parte attiva di questo progetto ma capaci di cambiare tante cose con piccoli gesti che vanno dal non buttare carte per strada, non prendere il pullman senza il biglietto sino a pagare le tasse, premere perché i dipendenti pubblici facciano il loro dovere usando tutti i mezzi a nostra disposizione. L’impiegato pubblico che ruba dovrebbe sentirsi come il ladro che vi entra in casa. Un vile. Un fallito. Un vigliacco.  Lo stato deve farci sentire la sua giustizia, non come qualcosa di separato ma come parte reale della società di cui noi siamo il fulcro.
4)     Inventiamoci. Pensiamo. Non diamo tutto per scontato. Prima che il fax la televisione e il pc fossero inventati qualcuno ha sentito la loro necessita’ il loro bisogno, qualcuno ha osservato i possibili utilizzatori e ha capito quanto questo poteva aiutarli. Non fermiamoci a considerare la nostra realta’ come data. Creiamo innoviamo anche nelle piccole cose, anche semplicemente condividendo le nostre idee per trovare accordi e disaccordi un po’ come io ho appena fatto. Solo attraverso questa comunicazione di idee si e’ arrivati al mondo cosi come noi lo conosciamo. Incentiviamola.
Ora tornerò al mio posto, con quel restante 26% della popolazione pronto a dover espettare per trovare un lavoro sicuro in attesa che qualcosa cambi.


(dati http://demo.istat.it/pop2011/index.html)