mercoledì 12 marzo 2014

Ogni Giorno I

Apro gli occhi con un DRIIIIIIIIIIIIIIIN di quelli all’antica! E` come catapultarsi nella realtà con uno spavento, qualcosa che non ti aspettavi!  Trovare il tasto di spegnimento è abbastanza difficile cosi questo mi da la possibilità di tenere gli occhi aperti un po’ più a lungo.  Eppure, appena ci riesco, richiudo gli occhi e generalmente torno subito sulla fase REM. Dopo 15 minuti, inizia a suonare il cellulare dal soggiorno: Lacio Drom dei Litfiba, a ricordarmi i tempi andati, quando si faceva l’alba anche a Orroli nella speranza che questo mi dia energia.  Dopo un po’ smette e io cerco invano di trovare le forze per alzarmi dal letto. A questo punto ho già svegliato anche Susanna, lei mi sorride, e sa’ bene quali difficoltà sto provando. Questo mi consola, specialmente perché’ quando sei single non puoi condividere o sfogare con nessuno questa enorme difficoltà’ ad alzarsi la mattina. Mi sembra quasi che la possibilità di dire a qualcuno: Ciooos…  che sonno che cio’! Anche oggi..si va a lavorare! O semplicemente, devo alzarmi! Mi faccia sentire meglio! A chi sta’ pensando se mi alzo  tutti i giorni all'alba, posso confermare che si sbagliano. Questo avviene dal Lunedi al venerdì tra le 8 e le 8.30 del mattino. Il sole è già alto illumina bene sia la nostra camera da letto che la cucina ma io ho sonno, son fatto cosi. Scappo in bagno in mutande, sperando che l’aria fresca mi svegli. Con soddisfazione compio le tipiche attività mattutine di ogni uomo - da non condividere - e poi mi lavo il viso con acqua freddissima, sperando, sempre invano, che la forma del cuscino scompaia dalla mia faccia. La mia dolce metà mi  porta un bicchiere di frullato al volo, nel frattempo indosso camicia, calze, e pantaloni. Ogni giorno mi lamento che la mia cinta è rovinata e devo ricordarmi di comprarne una nuova.  Gli avanzi della sera prima o qualche panino vengono ben impacchettati per il pranzo, e con questa borsa (Calzedonia, Zara o  Dunnes Store) esco di casa. L’aria la mattina è fresca e buona, un’occhiata all'orologio e so che se riesco a prendere la metro prima delle nove meno dieci, sarò in ufficio per le nove e venti. Mi affretto cercando di schivare le tante mamme e rispettivi bambini che cercano - a differenza delle mamme italiane- con molta tranquillità di raggiungere la scuola.  I bambini sono belli, e generalmente parlano sempre di qualcosa mentre camminano.

Nella metro gli ascensori per i disabili sono sempre i più utilizzati nonostante la voce all'altoparlante ricordi in 3 lingue diverse che servono solo per i disabili e quindi bisognerebbe evitare di saturarli.  Ogni giorno guardo con un po’ di sdegno chi prende questi ascensori, nella speranza che intuiscano che non ‘e una buona pratica, ma con il solo risultato di essere considerato uno che fissa la gente. In Metro leggo un libro. L’ultimo, La politica per professione, di Max Weber. La gente mi vede e spesso mi guarda male. Li capisco. Nella metro ogni tanto mi fermo e osservo chi mi sta attorno: “quanta’ diversità, quanta gente con storie, usi e costumi diversi che riescono a convivere tutti assieme pacificamente!" Azz, ma questo come c’ha i capelli? Nooo… pesi 300 kg ti metti i leggins?  Vah be, dai bene cosi, fregatevene! Fatte un po’ cio’ che vi pare! Pero’ quanta gente grassa, quanta gente sporca, meglio non toccare troppo qui nella metro! Fammi tornare a leggere! Certo che qui a Barcellona c’e’ un potenziale incredibile, quanta gente che va’ a lavorare tutti i giorni? Ma’ siamo sicuri che vanno a lavorare tutti quanti? I pensieri vengono interrotti da una voce a tonalita’ leggermente più alta, ma ben poco enfatizzata:  "Hola, tengo u niño y no tengo que darle para comer me puedes ayudar?" Oppure cantato: Buenas dias a todos señores y señoras! Disculpe por la molestia que vos vengo a causar, no tengo trabajo y ni cobro el paro (sussidio di disoccupazione), lo sé que es malo pedir pero pejor es cuando tu hijo te pide un trozo de pan y no tengas nada que darle. Queste sono le classiche cantilene di questi fannulloni che stanno tutto il giorno sul metro a chiedere l’elemosina. Tra la gente poi vedo chi gli da’ i soldi!!! Guardo disprezzante verso chi da’ soldi ai mendicanti, di nuovo vengo considerato uno strano. Che poi io i soldi a qualcuno gli do’ tipo a quelli che suonano, quelli che fanno un po’ di spettacolo. Ma stare cosi solo a chiedere, mi fa pensare che proprio come persone non valgano granché’ sono incapaci ad adattarsi, e come direbbe anche Darwin, chi non si adatta scompare. Ho detto Darwin non Hitler. Pero finalmente arriviamo alla Sagrerà, e  ora ho ben altro a che pensare. Ci sono 5 rampe di scale meccaniche da fare per arrivare all’altra linea, e la gente si mette in fila alle porte della metro, appena queste si aprono inizia la sfida. 

Nessun commento:

Posta un commento