Gli animali e la
natura mi piacciono molto. Mi sento pienamente parte della natura. So bene che
se uno squalo mi trova nuotando al suo fianco mi morde, cosi come farebbe una
tigre, un leone un ghepardo nella savana. Non sono assolutamente d'accordo con
nessuna forma di sfruttamento degli animali. Le galline, le mucche, i maiali, i
pesci, ma in generale tutti gli esseri viventi hanno tutti bisogno di spazio,
di mangiare alimenti naturali e di vivere una vita degna, nel rispetto prima di
tutto della natura (bene di tutti) e non degli interessi economici. Detto ciò',
come parte integrante della natura, come animale di specie uomo e quindi
onnivoro, non posso, non voglio e non devo rinunciare a mangiare carne o usare
la natura a mio vantaggio. Questo è qualcosa che va' ben oltre le nuove tendenze
vegane o vegetariane, il falso moralismo di chi si dispiace per il maialetto
mangiato pero indossa scarpe in pelle, o di chi si bacia con cani e gatti.
Rispettare la natura e amare gli animali non è questo. Al momento ci troviamo
davanti a un’ignoranza e chiusura culturale senza precedenti. Specie perché
fino a poco tempo fa’ questi fatti non si potevano portare a conoscenza di
tutti. Quando dico ignoranza intendo: l'ignoranza
di chi si lamenta per il cinese che mangia i cani pero mangia altri animali, di
chi si dispiace per i pulcini morti nelle fabbriche ma getta le ciche per
strada, di chi considera un cavallo tutta la sua vita e considera chi mangia la
carne un criminale. E' inutile che cerchiamo di trovarci d’accordo, é inutile
cercare di spiegarci e giustificarci gli uni con gli altri, e ancor meno utile cercare di incolparci. Quello
che non riusciamo a capire del comportamento degli uni e degli altri è dovuto ad
una distanza culturale, a diversi valori che diamo alle cose che ci circondano,
tale per cui non riusciamo a capirci gli uni con gli altri. Le frasi più comuni
dei giorni nostri: Ma come fanno i gay? Ma come fanno a mangiare l’hamburger!?
Ma come fanno a gettare cosi tante bottiglie di plastica in mare? Da Sardo, orgoglioso di una tradizione antica,
e di cosi tante delizie culinarie ma anche di una certa ritualità e di uno
specifico atteggiamento nei confronti degli animali e delle bestie, non
considero nessun pastore o allevatore o anche cacciatore migliore o peggiore di
chiunque altra persona. So’ soltanto che ci sono persone, e che la maggior parte
di queste sanno che, la loro vita è estremamente legata alla natura, e quindi
questa merita rispetto. I maialetti, gli agnelli non soffrono. Loro son parte
del ciclo naturale di cui noi siamo parte. Questo lo posso dire con tutta serenità perché
non ho mai visto un pastore far soffrire una bestia, mentre si vedono tutti i
giorni, bambini, soffrire e morire per
colpa di gente in giacca e cravatta. Quindi a chi pensa di fare moralismo, per il
capretto, il maialetto e o anche le galline voglio chiedere: come rispetti la
natura nel suo complesso? Puoi realmente dire di essere uno che vive a pieno
nell’equilibro naturale, o pensi che la soluzione sarebbe che noi uomini ci
tagliassimo fuori? Prima di rispondere, pensa: se’ ti tagli fuori non ti stai
forse considerando al di sopra?
Nessun commento:
Posta un commento