Apro gli occhi con un
DRIIIIIIIIIIIIIIIN di quelli all’antica! E` come catapultarsi nella realtà con
uno spavento, qualcosa che non ti aspettavi! Trovare il tasto di spegnimento è abbastanza
difficile cosi questo mi da la possibilità di tenere gli occhi aperti un po’ più
a lungo. Eppure, appena ci riesco,
richiudo gli occhi e generalmente torno subito sulla fase REM. Dopo 15 minuti,
inizia a suonare il cellulare dal soggiorno: Lacio Drom dei Litfiba, a
ricordarmi i tempi andati, quando si faceva l’alba anche a Orroli nella
speranza che questo mi dia energia. Dopo
un po’ smette e io cerco invano di trovare le forze per alzarmi dal letto. A
questo punto ho già svegliato anche Susanna, lei mi sorride, e sa’ bene quali difficoltà
sto provando. Questo mi consola, specialmente perché’ quando sei single non
puoi condividere o sfogare con nessuno questa enorme difficoltà’ ad alzarsi la
mattina. Mi sembra quasi che la possibilità di dire a qualcuno: Ciooos… che sonno che cio’! Anche oggi..si va a
lavorare! O semplicemente, devo alzarmi! Mi faccia sentire meglio! A chi sta’
pensando se mi alzo tutti i giorni all'alba,
posso confermare che si sbagliano. Questo avviene dal Lunedi al venerdì tra le
8 e le 8.30 del mattino. Il sole è già alto illumina bene sia la nostra camera
da letto che la cucina ma io ho sonno, son fatto cosi. Scappo in bagno in mutande, sperando che l’aria fresca
mi svegli. Con soddisfazione compio le tipiche attività mattutine di ogni uomo - da non condividere - e poi mi lavo il viso con acqua freddissima, sperando, sempre invano, che la
forma del cuscino scompaia dalla mia faccia. La mia dolce metà mi porta un bicchiere di frullato al volo, nel frattempo
indosso camicia, calze, e pantaloni. Ogni giorno mi lamento che la mia cinta è rovinata
e devo ricordarmi di comprarne una nuova. Gli avanzi della sera prima o qualche panino
vengono ben impacchettati per il pranzo, e con questa borsa (Calzedonia, Zara o Dunnes Store) esco di casa. L’aria la mattina è fresca e buona, un’occhiata
all'orologio e so che se riesco a prendere la metro prima delle nove meno dieci,
sarò in ufficio per le nove e venti. Mi affretto cercando di schivare le tante
mamme e rispettivi bambini che cercano - a differenza delle mamme italiane- con
molta tranquillità di raggiungere la scuola. I bambini sono belli, e generalmente parlano
sempre di qualcosa mentre camminano.
Nella metro gli
ascensori per i disabili sono sempre i più utilizzati nonostante la voce all'altoparlante
ricordi in 3 lingue diverse che servono solo per i disabili e quindi
bisognerebbe evitare di saturarli. Ogni
giorno guardo con un po’ di sdegno chi prende questi ascensori, nella speranza
che intuiscano che non ‘e una buona pratica, ma con il solo risultato di essere
considerato uno che fissa la gente. In Metro leggo un libro. L’ultimo, La politica per professione, di Max Weber. La gente mi vede e spesso mi
guarda male. Li capisco. Nella metro ogni tanto mi fermo e osservo chi mi sta
attorno: “quanta’ diversità, quanta gente con storie, usi e costumi diversi che
riescono a convivere tutti assieme pacificamente!" Azz, ma questo come c’ha i
capelli? Nooo… pesi 300 kg ti metti i leggins? Vah be, dai bene cosi, fregatevene! Fatte un
po’ cio’ che vi pare! Pero’ quanta gente grassa, quanta gente sporca, meglio
non toccare troppo qui nella metro! Fammi tornare a leggere! Certo che qui a
Barcellona c’e’ un potenziale incredibile, quanta gente che va’ a lavorare tutti
i giorni? Ma’ siamo sicuri che vanno a lavorare tutti quanti? I pensieri
vengono interrotti da una voce a tonalita’ leggermente più alta, ma ben poco enfatizzata:
"Hola, tengo u niño y no tengo que darle
para comer me puedes ayudar?" Oppure cantato: Buenas dias a todos señores y
señoras! Disculpe por la molestia que vos vengo a causar, no tengo trabajo y ni
cobro el paro (sussidio di disoccupazione), lo sé que es malo pedir pero pejor
es cuando tu hijo te pide un trozo de pan y no tengas nada que darle. Queste sono le classiche cantilene di
questi fannulloni che stanno tutto il giorno sul metro a chiedere l’elemosina. Tra la gente poi vedo chi gli da’ i soldi!!! Guardo disprezzante verso chi da’
soldi ai mendicanti, di nuovo vengo considerato uno strano. Che poi io i soldi
a qualcuno gli do’ tipo a quelli che suonano, quelli che fanno un po’ di
spettacolo. Ma stare cosi solo a chiedere, mi fa pensare che proprio come
persone non valgano granché’ sono incapaci ad adattarsi, e come direbbe anche
Darwin, chi non si adatta scompare. Ho detto Darwin non Hitler. Pero
finalmente arriviamo alla Sagrerà, e ora
ho ben altro a che pensare. Ci sono 5 rampe di scale meccaniche da fare per
arrivare all’altra linea, e la gente si mette in fila alle porte della
metro, appena queste si aprono inizia la sfida.
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